
Una lettera al Quotidiano del Presidente del centro studi Bruttium
Quella dei randagi è questione che investe la società civile
Dal Presidente del Centro Studi Bruttium, Pasquale Natali, Riceviamo e pubblichiamo:
EGREGIO DIRETTORE,
abbiamo letto con interesse l’articolo apparso il 28 agosto riguardante il fenomeno del randagismo a Catanzaro e vogliamo esprimerle l’apprezzamento di questo Centro studi per avere avuto il coraggio di sollevare un problema sul quale la nostra città sembra volere stendere un velo di rassegnata indifferenza.
Ciò premesso, vorremmo intervenire nel dibattito per esprimere una semplice opinione, che vuole affrontare il problema da un altro punto di vista, forse trascurato nel suddetto articolo: la presenza di randagi in una comunità non può essere risolto soltanto puntando il dito accusatore sulle responsabilità delle strutture pubbliche preposte e sui presunti tentativi di speculazione o crudele mattanza.
Una denuncia in tal senso è doverosa e opportuna, ma non sufficiente, perché la presenza di “animali allo sbandò” sempre più numerosi nelle grandi città, deve essere affrontata anche attraverso un processo di rieducazione, che riguarda tutti noi e che deve mirare alla costruzione di una nuova sensibilità verso queste creature.
Ciò significa concretamente che, così come le organizzazioni di solidarietà si preoccupano di educare le persone a una maggiore attenzione nei confronti degli emarginati e dei poveri senza fissa dimora, altrettanta sensibilità bisognerebbe manifestare per una educazione sociale che contempli il rispetto di tutte le forme viventi e non solo animale.
Non è un caso infatti, che il disprezzo per gli animali e l’inciviltà, che lo caratterizza, convive sempre con atteggiamenti irrispettosi verso la natura e una pressoché costante indifferenza nei riguardi del degrado ambientale.
II livello di civiltà si valuta anche dal rispetto che una comunità ha per il proprio ambiente naturale e per tutte le forme di vita che in esso sono presenti. proprio qualche giorno prima della pubblicazione dell’articolo suddetto, siamo stati protagonisti di un episodio che ci fa piacere riportare non certo per autocompiacimento, ma perché calza a pennello con la nostra tesi: alcuni nostri soci hanno spontaneamente accolto un bell’esemplare di pastore tedesco che da diversi giorni sostava in località Barone nei pressi degli uffici della Motorizzazione, denutrito, malato e pieno di zecche, evidentemente abbandonato o smarrito. Il cane ha ricevuto cure, alimenti e soprattutto tanto amore spontaneo.
In questo momento è temporaneamente “ospite” nei locali del nostro Centro Culturale. Nel frattempo stiamo cercando di recuperarlo dalle gravi condizioni in cui versava.
Con ciò non vogliamo assolutamente affermare che le singole persone possono, con comportamenti isolati, risolvere un problema la cui soluzione richiede l’intervento, professionalmente qualificato e corretto, degli enti preposti.
Tutta via appare evidente che situazioni del genere richiedono anche la collaborazione di tutti i cittadini che dovrebbero oralmente esprimere, come si fa in tutti i paesi, un’attenzione vigile e sensibile almeno segnalando agli operatori competenti casi più eclatanti, e anche, se possibile con azioni dirette.
L’intervento dall’esterno degli “organi pubblici” prontamente invocato, senza una speciale sensibilità da parte dei cittadini, rimane pura illusione, in questo come in altri casi (vedi i cassonetti della spazzatura che vengono sostituiti periodicamente dal comune e regolarmente distrutti d’azione vandalica dei soliti sconsiderati, sotto gli occhi colpevolmente indifferenti di tutti gli altri).
PASQUALE NATALI
Il Quotidiano – venerdì 6 settembre 1996 – pag. 14