TEMPRA ED INTELLIGENZA IN UNA DONNA AUTENTICAMENTE MEDITERRANEA
Questo volume di Scribere contribuisce ad approfondire ulteriormente le ricerche ed il pensiero della studiosa ed intellettuale Calabrese, Silvana Franco, oramai nota e stimata anche dai lettori ed amici del Centro Studi Bruttium per le sue indagini storiche, quali quella mirata alla ricostruzione delle grange monasteriali nel Bruzio.
I contributi culturali della studiosa, nel segno di una profonda passione alla pari di uno incommensurabile amore per la terra di Calabria, sono il frutto di rigorose ricerche scientifiche e di rilievi diretti sul campo, avulsi da marginalità, in cui punti focali del discorso, anche di natura poetica e letteraria, si connotano come limpide espressioni di una intelligente “mente mediterranea”.
Un mondo aperto alla libertà di pensiero, intraprendenza, giovinezza, fantasia, vitalità intellettiva dell’individuo, correlate tutte ad una indagine scientifica rapportata anche all’ambiente naturale circostante, nel quale Silvana Franco fa riscoprire ed “ammirare” le bellezze nascoste di una millenaria terra Bruzia, con un suo peculiare e mirabile patrimonio culturale ancora in larga misura inesplorato o poco noto.
Sotto l’insegna di una tangibile linearità ed organicità espositiva, in un apprezzamento personale della scrivente, si viene a focalizzare così nitidamente, anche l’immagine di una solare donna di adamantina tempra, che con grande impegno e umiltà, svolge nella vita quotidiana la sua professione con provata qualità di fede, affascinando anche i lettori con i suoi splendidi scritti.
Antonella Lamazza
Resp. alla Cultura Sez. del C.S.B. di Crotone
Grammatica e sintassi per imparare a scrivere i dialetti calabresi
C’è un verbo, nei dialetti calabresi, che esprime a pieno gli scopi di questo volumetto: ‘mbizzára, ‘mbizzáre, ‘mbizzári, o ‘mmizzáre, secondo i luoghi, e vale ‘insegnare’ ed ‘imparare’! E può essere transitivo e, nella seconda accezione, anche intransitivo pronominale (De Mauro): mi ‘mbizzái u cantu! ‘ho imparato a cantare!’ (letter.: mi ho imparato a cantare!).
Da qui la necessità d’offrire al lettore un insegnamento graduale sui dialetti calabresi, in modo che una volta fatta propria la lezione di base, egli possa inoltrarsi in argomentazioni più complesse!
La suddivisione che si è voluta dare allo scritto è piuttosto sintetica, priva di fronzoli, centrata sulle argomentazioni significative, lasciando al lettore la possibilità di valutare l’applicazione delle “regole”, in base alla conoscenza che ha del proprio dialetto, perché non bisogna dimenticare che ogni dialetto ha una propria grammatica e sintassi, con le dovute eccezioni. Ma l’apprendimento da solo non basta per poter scrivere il dialetto, bisogna attenersi ad alcune indicazioni, quelle che, nella didattica delle lingue, sono chiamate “regole grammaticali”!
La trascrizione basata esclusivamente sull’impressione acustica non è quasi mai scientifica. Essa deve avvalersi, oltre che della conoscenza delle “regole”, anche di una buona audizione e di una rigorosa indagine dell’articolazione dei suoni, in modo da cogliere i fenomeni simili tra loro. E crediamo che queste brevi annotazioni possano, in qualche modo, soddisfare le richieste del lettore!
Attraverso gli anni, la terra di Calabria è stata “madre” di personalità insigni nel campo letterario, umanistico, ma anche in quello economico, sociale, pedagogico, medico, militare ecc. costituendo, pertanto, un arduo compito per chiunque voglia tentare di compilare un elenco di tutti i nomi illustri, senza correre il rischio di fare torto a qualcuno di loro.
Quasi fisiologicamente, costantemente ed idealmente,ha preso corpo, così, un luminoso e solido “edificio culturale”, che si è opposto come una sorta di “baluardo” alla palese mediocrità ed ai pregiudizi dei tempi.
Un “edificio Culturale” fondato, essenzialmente, per ricordarci la funzione vitale di una “Civiltà Comune” migliorativa della qualità della vita e che, come tale, non conosce, ne lo può, distinzioni di nazionalità, censo, razza, confessione religiosa.
Si è venuta a formare così, nella fuga dei secoli, quella Calabria “Dotta” che ha dato corpo e vitalità ad una italianità, dai positivi effetti e da ricadute costruttive, sotto vari aspetti, per la comune vita culturale della nostra madre patria.
Oggi a pieno titolo il Centro Studi Bruttium propone in esclusiva la seconda edizione, ampliata e corretta, della fondamentale ed importante opera “Grammatica e Sintassi per imparare o scrivere i dialetti calabresi” di un degno figlio della generosa terra Bruzia, nella persona dell’esimio professore Michele De Luca.
Il professore De Luca, però, vive ed opera fuori regione, avendo al suo attivo un prestigioso “cursus onorum” di cui ci sembra oltremodo superfluo e forse anche fuori luogo elencarne le tappe, atteso il carattere costituzionale di un uomo che schivo ai formalismi, da autentico calabrese, ama la semplicità e l’essenzialità delle cose. Antonella Lamazza Resp.Cultura sez. C.S.B. Prov. Kr
Antonella LAMAZZA
Lacrimi e rrisi, Salvatore Bruno Lucisano
Fatti di ieri o di oggi?
Non gridò “abbasso De Gasperi”
I gerarchi cambiano i manganelli restano
Il mostro delle notti di luna
Il Donizetti che pochi sanno
Perchè lo ascoltano se è così stupido?
Gabriele CAMPAGNANO
Il Manuale di Eliseo Masini
Raoul ELIA
Il rabdomante elettronico dell’ing. Porro
Vittorio POLITANO
La billenaria storia della chiesa cattolica è zeppa di interessi curiosi
Daniele MANCINI
I Celti e le contaminazioni nella storia dell’arte antica europea
Antonio NICOLETTA
Riflessioni sulla scuola pubblica nel sud nell’ottocento
UNA GENESI
Di recente nel corso di un divertente scambio di idee con il professore Natali, ironicamente, ci trovammo d’accordo nel constatare che quelle sorti di apoteosi ufficiali e mitizzazioni riservate ad importanti personaggi della storia e del nostro tempo, creano sicuramente, una visione distorta o lacunosa della reale vita dell’individuo….. ma gli Dei erano.
Un certo tipo di storiografia celebrativa e parenetica nel prospettarci, ad esempio, una personalità di spicco del risorgimento italiano come il Mazzini, si è compiaciuta nel soffermarsi soltanto ad una celebrazione ed idealizzazione dell’uomo.
Il pensiero e l’azione politica di quello che viene definito “L’apostolo della Libertà” e “Padre della Repubblica” risultano ufficialmente presi così, in un valore assoluto solo eccessivamente positivo che ignora l’uomo con i suoi limiti e debolezze psicologiche.
Questi tipi di “visioni” o “tendenze” fanno veramente perdere di vista ed annullano, a nostro avviso, l’importante e fondamentale presupposto di una vita vissuta, con tutte le sue gioie e dolori, gratificazioni e delusioni.
Insomma, sembrerebbe quasi che questi uomini non abbiano avuto un esistenza terrena o tantomeno abbiano avuto e provato i comuni sentimenti che sono propri della razza umana.
Perciò è lecito domandarci, com’era e si comportava un Giuseppe Mazzini nella vita privata?.
Quale Storia ?
I ruderi di grandi e piccoli monasteri, chiese, edicole, tabernacoli, laure, cenobi ecc. sparsi un po’ dovunque sul territorio , dalle pianure costiere alle cimose litoranee, alle fasce prettamente pedemontane e montane del versante ionico e tirrenico della Calabria, testimoniano ancora del ”rivoluzionario” movimento monastico e monastico-cavalleresco, nati nel “Grande Mattino Cristiano” dell’Occidente.
La rivisitazione o se si preferisce la lettura, con “altri occhi” e sotto l’analisi oculata di aspetti e caratteri, per tanti versi insoliti, ha permesso l’acquisizione di conoscenze ed informazioni, sicuramente, di pregio per una corretta visione d’insieme ed un concreto contributo di valorizzazione di parti importanti della Storia Religiosa, Sociale ed Economica della Nostra Regione.
Sono tanti, tantissimi i Calabresi che oggi vantano origini amalfitane, con presenze che si sono fuse con la Storia della Calabria, cui si è dedicato il sottoscritto, Dr. Angelo Di Lieto, calabrese nativo di Amalfi.
Nel mio libro: “I Mercanti di Amalfi nel Mediterraneo e sui Lidi della Magna Grecia”- ediz. Bru.Mar.-2004 – inizio con una pagina di magico surrealismo, sulla quale dò l’idea del grande frastuono e dell’enorme tensione che si creava allorché da lontano si intravedevano i navigli saraceni che si avvicinavano alla Costa Amalfitana per il saccheggio, mentre tu, al chiaro di luna, ti trovi romanticamente con una ragazza straniera su una barca ascoltando da lontano una dolce musica su di un mare scintillante di luci.
“CAUTIVERIO FELIX” IN UNA CALABRIA COSTITUZIONALMENTE BIPOLARE
Nel Marzo del 1848 a Cosenza si accendevano quei “focolai” di un aperto contrasto al Regime Borbonico: era il primo atto di quella che sarebbe stata, di li a poco, la storica insurrezione delle Calabrie alla vigilia della Prima Guerra d’Indipendenza, sotto la guida del re Carlo Alberto di Savoia.
Lo sviluppo e la storia di quegli avvenimenti, pubblicati in tre Volumi dal Centro Studi Bruttium nel 2022, connotarono quella che si può definire la ‘’Repubblica Cosentina’’ del 1848.
Domenico CARUSO
– Maggio, il mese delle rose
– Il ridere, la volgarità e l’ottimismo Marcello BARBERIO (a cura di Paolo Alfieri)
– Rosina Lupia, contadina-poetessa analfabeta Raoul ELIA
– Doroty Louise Eady Alessandro GRAMMAROLI
– Curiosità romane Vittorio POLITANO
– Animali e luoghi fantastici nei musei di Calabria Antonio IANNICELLI
– ‘U Morzeddu catanzarese Gabriele CAMPAGNANO
– Giovanni delle bande nere LO SPILLONE
– La rivoluzione francese Anselmo PAGANI
– “La sventurata rispose” Milena MANILI
– Le mente creativa (ultima puntata)
GLI ANTIPODI – La geografia del sogno di Raoul ELIA
Parlando del continente fantasma di Antipedea, si è fatto riferimento a due temi che, nelle tradizioni classica e medievale e poi fin alle soglie dell’età moderna, si sono irrimediabilmente intrecciati: l’esistenza di terre australi e la natura mostruosa dei loro abitanti. Sugli Antipodi (intesi, qui, come abitanti delle terre agli antipodi) esiste una letteratura millenaria che copre, grosso modo, ab ovo fino al XVII secolo compreso. Spiegare le ragioni di un successo così grande per un simbolo all’apparenza tutt’altro che evidente è un’impresa non da poco. Proviamo in questa sede a dare un po’ d’ordine alla materia, sperando di fare un po’ di luce in un mondo, quello “a testa in giù”, denso di simbolismi e proiezioni, sia piscologiche che sociali.
Si può cominciare con il dire che, sebbene gli Antipodi siano sempre in campo, differenti sono sia la loro localizzazione che la loro natura, per non parlare, quindi, dell’interpretazione, o meglio delle interpretazioni che se ne possono dare (e se ne sono date) nel corso dei due millenni abbondanti a cui si faceva riferimento poc’anzi.
Proviamo, come si diceva più sopra, a fare un po’ di luce sui principali temi connessi agli Antipodi e alla loro realtà “invertita”.
Il viaggio nel tempo, o dislocamento temporale, è uno degli argomenti cardine della fantascienza, non solo fumettistica, tanto meno d’Oltreoceano. D’altro canto, mai come nell’ultimo secolo il tempo è stato oggetto di analisi e di sfruttamento narrativo, oltre che di speculazioni filosofiche e cosmologiche. Era dunque da aspettarsi che, prima poi, avrebbe fatto capolino anche in questa rubrica, dedicata alla fisica dei supereroi e alla loro scienza (o pseudo tale, a seconda dei gusti).