Ad Isola di Capo Rizzuto nel cuore fondiario del Marchesato di Crotone, dove allora era possibile, e forse lo è ancora “cogliere l’articolazione socio – economica del Latifondo calabrese e scrutare gli intricati rapporti che legano gli uomini alla terra” l’illustre giornalista e scrittore Giovanni Russo (1955) raccolse una serie di testimonianze, nel corso di una più ampia indagine agraria sulla Calabria.
Nella circostanza, il Russo interrogò un malconcio pastore del luogo che era al servizio della più importante e famosa famiglia latifondista della Crotoniatide, quella dei baroni Barracco, nota anche in quanto un suo prestigioso esponente, Giovanni, donò allo Stato Italiano una rara collezione di opere d’arte dell’antichità mediterranea e medio orientale, conservata attualmente nel Palazzo della Farnesina in Via Dei Baullari a Roma.
Un lavoro interessantissimo, che ‘scava’ -è il caso di dirlo- in un terreno sempre più aggredito dall’oblio, poiché si vanno perdendo notizie e informazioni su una istituzione che in Calabria ha avuto una importanza straordinaria, ovvero l’OVS, Opera Valorizzazione Sila, che essendo un ‘Ente’, diventò, in dialetto ‘Antisìla’. E’ un grave errore tralasciare la storia delle lotte contadine, del latifondo, e della ripartizione dei terreni agrari. Mario Dottore, con questo lavoro, potrebbe avere fatto in certo qual modo ‘a scippa’, cioè lo scavo preparatorio -lavoro faticosissimo- del terreno in cui impiantare un nuovo vigneto. Da leggere, assolutamente.