
SALVA/LEGGI: iQuaderni dei fumetti – 02/2021 ristampa del 2005
INTRODUZIONE
Organizzare una “storia” del fumetto non è una operazione semplice e rapida come si potrebbe credere. Infatti, appena si pone mano alla ricerca, ci si trova dinnanzi a gravi problemi metodologici. In altre parole, si finisce per chiedersi: come posso organizzare un’ analisi storica del medium fumettistico?
I modelli a disposizione non forniscono sufficienti garanzie di funzionalità ed efficacia. Né il modello della Storia della Letteratura, né quello utilizzato per la Storia del Cinema sembrano poter essere trasferiti nell’ ambito del fumettistico.
Il modello letterario, infatti, presenta uno schema “Correnti” – “Autori” – “opere” inutilizzabile, sia perché non si può raggruppare gli autori di fumetti in movimenti e scuole, sia perché il numero delle opere prodotte è troppo elevato (in media, un autore di comics lavora, durante la sua carriera, almeno su 15-20 serie, e comunque per un numero di storie che si aggira ad oltre il centinaio, inoltre gli autori completi sono molto pochi, una percentuale irrisoria, mentre, nella stragrande maggioranza dei casi, il prodotto finale è frutto del lavoro di più personalità, almeno un autore dei testi e un disegnatore/inchiostratore). Inoltre, questo modello non consente un’analisi efficace dei modelli di produzione e distribuzione, importanti invece in un medium “popolare” come il fumetto.
D’altra parte, il modello “Storia del Cinema” consente un’analisi dei sistemi di produzione, ma rimane ancora fortemente legata ai modelli “individualistici” della Storia della Letteratura (anche questo modello, infatti, centra la sua efficacia sul rapporto “Regista – Attori”, non trasferibile in ambito fumettistico).
Come fare allora da organizzare un modello coerente e funzionale di “Storia del fumetto”? Gli esempi esistenti in commercio (55) non sembrano risolvere l’impasse critico: le loro pagine si riempiono di commenti sulle opere e sulla vita degli autori, interessanti e a volte avvincenti, più spesso noiosi, ma comunque poco funzionali alla ricerca.
In questa sede abbiamo raccolto solo una serie di appunti, riorganizzandoli per grandi linee, cercando di soffermarci sui modelli di produzione, i formati, la diffusione e la distribuzione e solo raramente e a mo’ di exemplum su questo o quel personaggio, in modo da fornire informazioni almeno in parte differenti rispetto agli altri testi a disposizione, con cui questa breve esposizione, ancora in fase di abbozzo, non vuole nemmeno cercare di confrontarsi.
Speriamo che, accanto alle ovvie perplessità e gli altrettanto ovvi dubbi sull’operazione, emergano anche alcuni spunti nuovi di ricerca, su cui altri dopo di noi e con miglior favella scriveranno.
Sempre a mo’ di exemplum, segnalo in questa sede come si sia tentato, mettendo ordine fra questi appunti, di analizzare la struttura di produzione e distribuzione di questo medium, constatando come il mercato nazionale del fumetto necessiti di un approccio che consenta di individuare la separazione esistente fra materiale prodotto all’ estero e quello realizzato in patria.
Nel fumetto questa suddivisione è invece necessaria, sia perché sono differenti i modelli di distribuzione, sia perché il target immediato tende a differenziarsi a seconda dell’area di provenienza del prodotto fumettistico. Inoltre, un media così popolare e per certi versi “industrializzato” come il fumetto tende a dare importanza anche alla struttura “fisica” del prodotto; occorre perciò individuare le modalità di produzione e i formati adottati; essi ci consentono di stabilire i rapporti con il pubblico e i modelli di produzione.
Sperando di far cosa gradita, tacciamo e vi lasciamo alla vostra (speriamo gradita) lettura.
Hasta la vista
Raoul Elia