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Raspberry pi parte 20: ftp server per raspi

Bentornati sulle pagine del nostro viaggio nel mondo del raspberry pi.
Oggi vedremo come attivare un collegamento via ftp fra il vostro pc e il raspberry. Nel caso, ad esempio, che vogliate trasferire file dal pc al raspi o viceversa senza alzarsi dalla scrivania, occorre un collegamento ad hoc. Niente di più facile che usare un server ftp. Continua la lettura di Raspberry pi parte 20: ftp server per raspi

Raspberry pi parte 9: quando lo spazio non è sufficiente…

Bentrovati.
Questa volta, per ragioni tecniche, la rubrica è un po’ in ritardo. Comunque, lo slittamento dovrebbe valere solo per questa settimana.
Nelle puntate precedenti abbiamo montato un raspberry, installato il sistema operativo Raspbian, avviato sistemi di controllo remoto, sia via tastiera che con interfaccia grafica. Ma cosa si può fare, ora?
Tante cose.
Continua la lettura di Raspberry pi parte 9: quando lo spazio non è sufficiente…

Raspberry pi parte 6: Con putty windows e raspberry vanno d’accordo

Bentrovati.
Continuiamo a vedere come collegare il raspberry ad un computer remoto.
La volta scorsa abbiamo visto come collegare via tunnel ssh un computer mac o linux. ma se il pc ha come sistema operativo Windows?
Ebbene, è solo di poco più complicato. Occorre innanzitutto usare un software apposito: Putty. Per farlo, ovviamente, occorre scaricare Putty dal sito ufficiale e poiché non necessita di installazione, avviate il file zip con un semplice doppio click.

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Se avete scaricato la versione zippata, scompattatela in una cartella a vostra scelta (se avete intenzione sdi usarlo spesso, però, sarebbe meglio sistemare Putty fra i programmi).

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Questo è il contenuto della cartella dopo lo scompattamento:

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Avviate ora il file putty.exe indicato nell’immagine seguente:

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Comparirà una finestra come questa:

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Una volta avviato, se non servono particolari settaggi, basta aggiungere nella casella di testo relativa all’IP l’IP attribuito dal vostro modem al Raspberry pi (che abbiamo visto come recuperare nell’articolo precedente) e premere invio.

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Comparirà una schermata come questa.

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Due parole per spiegare l’avviso che compare. Innanzitutto, è bene chiarire che non sta succedendo niente di drammatico. Il programma sa di collegarsi ad un device remoto, ma non sa se è sicuro o no. Quindi chiede conferma.
Il collegamento avviene per la prima volta ed è necessario fissare una chiave (key) in modo da garantire il rapido accesso nei successivi collegamenti.Premere quindi yes e andare avanti.
Nella schermata successiva, inserire il nickname del raspberry e poi la password, quindi premere invio.
Ecco, il gioco è fatto e il pc Window e il raspberry sono connessi fra di loro via ssh.

Alla prossima volta

Raspberry pi parte 5: un po’ di programmazione

Salve e bentornati.
Fino ad ora, abbiamo presentato il minipc Raspberry, visto le sue potenzialità e imparato ad attivarlo e collegarlo ad un monitor, il tutto senza una riga di codice.
Oggi però voglio parlare di qualche conoscenza che potrebbe essere opportuna ed utile a tutti.
Può capitare, infatti, di utilizzare il raspberry collegandolo, ad esempio, al televisore o al modem, il che potrebbe rendere difficoltoso il collegamento e l’uso di tastiera e mouse. Si può ovviare utilizzando un mouse e una tastiera bluetooth, o una minitastiera wifi con connettore esterno, ma con o senza cavi risulta poco pratico. In tutti quei casi in cui può essere utile una soluzione più “funzionale”, suggerisco di comandare il raspberry direttamente da un pc.

Esistono due possibilità.
Si può comandare il raspberry da linea di comando, senza interfaccia grafica, cioè, oppure con interfaccia grafica. E’ molto utile e non particolarmente complesso, ma bisognerà utilizzare un po’ di codice.

Soluzione 1: linea di terminale
Per controllare la singleboard, occorre avviare un tunnel ssh. Il server SSH è già presente sui sistemi operativi Apple e Linux, entrambi Unix-based, mentre su Windows occorre scaricare una applicazione apposita, Putty, gratuita ovviamente.
Oggi vedremo la procedura per sistemi Unix, rimannando alla prossima volta quella con Putty e Windows.
Per accedere al Raspberry occorrerà innanzitutto avviarlo.
Una volta avviato, occorrerà lanciare da Raspberry il terminale, quindi scrivere

ipconfig
Questo comando ci permetterà di vedere l’IP, ovvero l’indirizzo con cui il raspi si è collegato alla rete domestica creata dal nostro modem.
Ora occorre attivare il server ssh che, di norma, è disattivato. Ritorniamo al terminale e digitiamo

sudo raspi-config

Questo comando apre il menu di configurazione del Raspberry.
Mi soffermo un po’ sul comando sudo perché è molto importante e potenzialmente pericoloso. Infatti, i computer Unix hanno un sistema di utenti che consente differenti tipologie di accessi e di privilegi di scrittura e lettura. sudo consente di operare con privilegi di amministratore, a prescindere da quale tipologia di utente si sta usando.
Altra precisazione: l’IP ovviamente si può scoprire anche utilizzando un altro pc, attraverso la pagina web del modem, di solito all’indirizzo 192.168.1.1.
L’IP è fondamentale perché, una volta installato il server ssh, per accedere da remoto al raspberry (ovvero dal computer Windows, Linux o Mac che si sta usando) sarà necessario riportarlo nel codice.
Ma torniamo al config. Si aprirà una schermata in blu e giallo con delle opzioni. Selezionate Advanced Option (opzioni avanzate) e premete invio. Nel menù delle opzioni avanzate individuate ssh server e attivatelo. Se viene richiesta un riavvio del sistema, fatelo pure; al riavvio, il server ssh sarà istallato e pronto all’uso.
Ora spostiamoci sul pc Unix-based, e lanciamo la linea di comando. Da Mac, lanciare in alto a sinistra ricerca Spotlight

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e digitare “terminale”.

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Premere invio, comparirà una schermata come la seguente (non fate caso alle icone sparse, sono disordinato).

Nella shell di Terminale scrivete
ssh pi@IP con,, al posto di IP il numero (ad esempio 192.168.1.189) assegnato al vostro raspi e che avete recuperato prima.

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Il server vi chiederà la password per conferma due volte, dopodiché potrete operare dal vostro terminale per lanciare applicazioni, chiuderle ecc… Stessa procedura per Linux, anche se il terminale qui dipende dalla distribuzione installata (ad esempio, su Linux Mint ho utilizzato LXTerminal).
Pe oggi è tutto, gente.
Alla prossima, con la versione Windows.

Raspberry pi parte 4: costruiamo il raspberry 2

Bentrovati.
Nella scorsa puntata abbiamo montato fisicamente il raspberry nella custodia e collegato il tutto al monitor e al caricatore. Ma la scheda microSD a che serve?
Oh bella, a metterci dentro il sistema operativo.
Mi immagino già le facce perplesse così anticipo la risposta. si, con il raspberry non sono necessari 2-300 gigabyte, funziona anche su una scheda microSD da 4 GB.
Ed è appunto su una scheda microSD che andremo ad installare il nostro sistema operativo (in breve SO).

Come installare Raspbian sul nostro raspberry pi

Dopo esseri procurati una microSD da almeno 4 gb, bisogna istallarvi sopra il sistema operativo. E qui cominciano i problemi, di solito. Procedure complicate e farraginose di solito rendono questa operazione difficoltosa e non adatta a tutti. Ma per il raspberry il problema è stato risolto: con NOOBS.
NOOBS (che sta per New Out Of Box Software) permette all’utente di scegliere, durante il suo primo avvio, il sistema operativo da installare sul Raspberry PI: immediatamente disponibili per l’installazione sono Raspbian (distribuzione Debian-based), Pidora (distribuzione Fedora-based) e due versioni di XBMC (Xbian e Openelec, cui si è accennato nel primo articolo di questa serie). Una volta scelto cosa installare sul rapsberry, NOOBS procederà ad installarlo sullo spazio libero della SDCard e riavvierà il sistema permettendovi di accedere al sistema operativo appena installato. Ma veniamo all’istallazione vera e propria.

Fase 1: preparazione della microSD.
Prima di tutto occorre formattare la microSD per istallarci Noobs.
Per Mac e Windows c’è il programma gratuito sd formatter, che può essere scaricato qui, con il quale preparare la scheda. Una volta installato ed avviato, comparirà una schermata come quella che segue.

Il software riconosce automaticamente la microsd, ma occorre ricordarsi di selezionare, come in figura, la voce overdrive forma (sovrascrivi il formato, soluzione che cancella tutto quello che c’è sulla microsd, per cui, fate attenzione).
Ricordatevi poi di selezionare fra le opzioni “FORMAT SIZE ADJUSTMENT” ON, come in figura 2, date un nome alla sd card e premete format.

In poco tempo, al sd dovrebbe essere pronta per istallarvi NOOBS.
Per Linux occorre usare un software per creare partizioni come, ad esempio, gparted e formattare la scheda come FAT.

Fase 2: montare Raspbian
Bene, ora abbiamo la nostra scheda pulita e pronta per l’istallazione. Possiamo passare alla fase 2. Scarichiamo la distribuzione di Raspbian direttamente da qui.

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Scompartiamo il file zip in una cartella e copiamo i file sulla scheda microsd, poi stacchiamo la scheda dal computer ed inseriamola nel raspberry pi, quindi avviamolo collegandolo alla presa di corrente. Partirà in automatico Noobs.

Comparirà una schermata come in figura 3. Selezionare Raspbian e premere install in alto.

Dopo circa un quarto d’ora, l’istallazione sarà completa e comparirà un messaggio di conferma. Premendo ok, il Raspberry si riavvia automaticamente con il desktop del sistema Raspbian.
E’ fatta, il nostro Raspberry Pi è operativo.
Facile, no?

Note in calce all’istallazione
Va rilevato che l’uso di Noobs ha molti fattori pro.
Permette infatti di riaccedere in qualsiasi momento al menu iniziale di NOOBS tenendo premuto il tasto SHIFT durante la sequenza d’avvio del sistema. Altro aspetto interessante di NOOBS è che non c’è bisogno di essere collegati ad Internet per procedere al setup, in quanto i files necessari per installare i quattro sistemi operativi sono già presenti sulla SD.
Infine, vale la pena di sottolineare che, oltre al menu di scelta iniziale, NOOBS ha inglobato anche un editor che permette di modificare il file config.txt relativo al sistema operativo installato ed un browser web per accedere ad Internet.

Raspberry pi parte 3: costruiamo il rapsberry

Bentornati su questo blog.
In questa puntata e nella prossima vedremo come montare il raspberry ed istallare il sistema operativo base, Raspbian.
Iniziamo dalla struttura base.
Costruire il Raspberry pi parte 1
Costruire il Raspberry pi parte 1

Questi sono gli elementi necessari per assemblare il raspberry pi:
1) il raspberry pi (ovviamente)
2) la custodia
3) un cavo HDMi per collegare il raspberry pi a un monitor (anche una tv)
4) una microSD con adattatore (quest’ultimo utilissimo quando dovremo collegare la microSD ad un PC)
5) un caricatore per smartphone.

Elementi base del raspberry pi
Elementi base del raspberry pi

Come si può vedere nell’immagine 2, la scheda raspberry pi è veramente piccola, ma ha in sé tutto quello che serve.

Il raspberry pi
Il raspberry pi

Queste sono le quattro porte USB, con accanto una porta ethernet:
Le porte del raspberry pi

Questa è la porta HDMi con accanto il connettore per il caricatore:

La scheda raspberry va inserita nella custodia ad incastro, senza viti , ganci o altro. Basta aprire la parte superiore bianca della custodia e sfilare la parte sottostante rossa. Nella foto potete vedere la disposizione successiva.

La scheda raspberry si inserisce a pressione seguendo le indicazioni per i buchi delle varie porte.

Fase 1:

Fase 2:

Fase 3:

Ora basta inserire la presa HDMi e collegarla ad un monitor e la presa del caricatore e il Raspberry è operativo.
Manca ancora la parte software, ma quella la vedremo nella prossima puntata…

Raspberry pi parte 2: che ci si può fare?

Esistono varie distribuzioni Linux per raspberry a partire dalla versione adattata al single board computer della distribuzione Debian, di cui si diceva anche sopra, Raspbian, in cui sono presenti di base software di calcolo avanzato come Wolfram Matematica e linguaggi di programmazione adatti alla didattica come Scratch, un software per la programmazione visuale a carattere didattico. Altre distribuzioni interessanti possono essere Openwrt, una distribuzione che trasforma il raspberry pi in un router portatile, che consente, ad esempio, di realizzare una rete wireless privata, oppure Openelec, una distribuzione ottimizzata per trasformare il raspberry in un media center, oppure Opendomo, distribuzione indirizzata alla domotica.

Il raspberry è certamente uno strumento più che valido, sia per un po’ di costo e dimensioni ridotti, sia per un primo approccio su robotica e programmazione.
Da un punto di vista didattico, i vantaggi dell’uso di raspberry pi è evidente. Innanzitutto, il costo irrisorio. Un raspberry costa intorno ai 35 euro, più tastiera e mouse in bluetooth (20 euro), cavo HDMi (10 euro) e un monitor (intorno ai 70 euro) non si superano i 150 euro, costo minimo di un pc assemblato appena accettabile (ma, ovviamente, senza monitor).
Inoltre, sul raspberry è già montato un software di calcolo Wolfram Mathematica, che costa di solito 240 euro nella versione desktop standard, ovvero il doppio del costo del raspberry più tastiera e monitor. Poi la versatilità del raspberry consente di utilizzarlo per i primi approcci alla robotica ad ogni livello, dalla primaria alla secondaria di II grado. Esistono inoltre vari elementi che, aggiunti al raspberry, consentono di usarlo per costruire apparecchi elettronici (come la fotocamera con display touch del video https://youtu.be/Jfca32qkgY8) o piccoli robot (come l’R2D2 nel video https://youtu.be/znuUm5vbSpI), controllabili in remoto, con rilevatori di movimento e di distanza, oppure gestire un impianto audio in streaming in varie stanze o un centro di controllo per gli elettrodomestici smart di una casa u(come nel video https://youtu.be/rPUMbV9_geo), oppure, unito a un modulo GPS e a un trasmettitore, diventare un sistema di rilevamento dell’altitudine dei palloni aerostatici, o, infine, costruire un sistema di videosorveglianza e sicurezza. Per fare un esempio, il software di monitoraggio di rete Overlook Fing è stato portato su piattaforma Raspberry Pi rendendo possibile installare sentinelle di monitoraggio a basso costo in reti remote.
Infine, è possibile collegare il raspberry alla scheda Arduino, ampliandone al massimo l’usabilità.
Una nota di colore: due Raspberry, opportunamente accessoriati, sono reduci da una missione sulla stazione spaziale internazionale ISS (il cosiddetto Astro Pi).

Raspberry pi parte 1: che cos’è il mini pc più economico del mondo

In pratica, il Raspberry Pi è un single-board computer, ovvero un calcolatore implementato su una sola scheda elettronica. E stato sviluppato nel Regno Unito dalla Raspberry Pi Foundation.
L’idea di base è la realizzazione di un dispositivo economico, concepito per stimolare l’insegnamento di base dell’informatica e della programmazione nelle scuole.
Raspberry Pi Foundation, organizzazione di beneficenza registrata presso la Charity Commission for England and Wales. Il suo scopo è “promuovere lo studio dell’informatica e di argomenti correlati, soprattutto a livello scolastico, e di riportare uno spirito di divertimento nell’apprendimento del computer”.
La versione attuale, uscita agli inizi del 2016, è il Raspberry 3, lanciato il 29 febbraio 2016, ed ha alcune novità: è il primo modello con CPU a 64 bit da 1.2 GHz e ben il doppio della cache L2 (512 KiB sul Pi 3 contro i 256 del Pi 2), a cui si affianca 1 GiB di RAM LPDDR2 (900 MHz).
Il nuovo modello integra anche i moduli Bluetooth (4.1 e Low Energy) e Wi-Fi 2.4 GHz 802.11n.
La Raspberry Pi Foundation diffonde ufficialmente sistemi operativi basati su GNU/Linux, fra cui Raspbian (derivata a Debian), per gestire il raspberry. Per chi non vuole smanettare sul terminale (Osx) o sulla shell (Linux), esiste anche NOOBS, un installatore semplificato per sistemi operativi compatibili con il raspberry.
Esistono poi distribuzioni per l’utilizzo del Raspberry Pi come Media Center, basate per lo più su Kodi: OpenELEC, XBian e OSMC.
Inoltre, esistono diversi software di programmazione per il raspberry.
Ad esempio, il software open source Aseba per la programmazione di robot è disponibile su Raspberry PI. Utilizzando il Raspberry PI in unione con Aseba e il robot Thymio II (sviluppato nell’ambito del programma NCCR Robotics dalla collaborazione tra l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) e l’Ecole Cantonale d’Art de Lausanne (écal)), infatti, è possibile creare, a costi veramente contenuti, un vero e proprio laboratorio didattico di Robotica.
Mojang e 4J Studios stanno sviluppando una versione di Minecraft per questa piattaforma.

Google Cast for Education. Un’app per la condivisione delle schermate dei computer in classe | Didattica Orizzonte Scuola

Google Cast for Education è una nuova estensione di Google Chrome che permette agli insegnanti e agli studenti di condividere in modalità wireless le schermate dei propri personal computer da un browser Chrome a un altro. L’applicazione è ancora in versione beta ma sarà pronta per l’inizio dell’anno scolastico.

Sorgente: Google Cast for Education. Un’app per la condivisione delle schermate dei computer in classe | Didattica Orizzonte Scuola