FUTUROPASSATO – RASSEGNA DI CINEMA DI FANTASCIENZA DELL’ETA’ DELL’ORO PUNTATA 143: Nel tempio degli uomini talpa (1956)

Ben ritrovati.
Spero che il passaggio all’ora solare sia stato proficuo e un’ora di sonno in più vi abbia resi più disponibili a dedicare un po’ di tempo a questa rubrica sul cinema di fantascienza del passato.
In questo caso, si ritorna ad Hollywood, nei mitici anni ’50, con un epigono del genere “Flash Gordon” ambientato però sottoterra, che mescola non proprio brillantemente, teorie pseudoscientifiche come quella della Terra Cava con miti e tradizioni mediorientali (Ishtar, Smeri ecc…). Il risultato beh, lo lascio valutare a voi lettori.
Ecco a voi allora, ladies and gentlemen, Nel tempio degli uomini talpa (1956).

La locandina del film
La locandina del film

La sched(in)a

Titolo originale The Mole People
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti d’America
Anno 1956
Durata 77 min
Dati tecnici B/N
rapporto: 1.37 : 1
Genere fantascienza, orrore
Regia Virgil W. Vogel
Soggetto Laszlo Gorog
Sceneggiatura Laszlo Gorog
Produttore William Alland
Casa di produzione Universal Pictures
Fotografia Ellis Carter
Montaggio Irving Birnbaum
Musiche Heinz Roemheld, Hans J. Salter, Herman Stein
Costumi Jay A. Morley Jr.
Trucco Joan St. Oegger, Bud Westmore

Una scena del film
Una scena del film

Il cast

John Agar: Dr. Roger Bentley
Cynthia Patrick: Adad
Hugh Beaumont: Dr. Jud Bellamin
Alan Napier: Elinor, il gran sacerdote
Nestor Paiva: Prof. Etienne Lafarge
Phil Chambers: Dr. Paul Stuart
Rodd Redwing: Nazar
Bill Miller: ragazzino arabo
Dr. Frank C. Baxter: se stesso

Locandina italiana
Locandina italiana

Un po’ di storia

In un prologo ci viene narrato dal professor Frank Baxter, il mito del Re sumero Sharu che si sarebbe salvato dal diluvio universale rifugiandosi sulla vetta di una montagna dell’Asia insieme alla sua corte. Il professore cerca di dare credibilità alla storia rifacendosi alle teorie della terra cava di John Symmes e Cyrus Teed.
Una spedizione di archeologi e cacciatori di tesori, composta da Roger Bentley, Jud Bellamin, Etienne Lafarge, Paul Stuart e manovalanza varia, approfondisce le analisi giungendo nell’Asia centrale in una catena montuosa. Il gruppo, sulle tracce dell’antica civiltà, decide di scalare la montagna alla ricerca di reperti archeologici. Giunti su uno dei costoni della montagna scoprono le rovine di un tempio sumero e la testa di un’antica statua della dea Ishtar. Improvvisamente si apre un crepaccio e uno degli archeologi precipita negli abissi della montagna.
Entrati nelle viscere della montagna alla ricerca del compagno, gli archeologi ne trovano il cadavere a sessanta metri di profondità, ma proprio mentre si apprestano ad andarsene una frana blocca loro l’uscita ed uccide un altro membro della spedizione. Rimasti in tre, scoprono quindi un’antica popolazione, discendente degli antichi sumeri, all’oscuro del mondo moderno e affetti da un forte albinismo per la mancanza di luce. Inoltre, essi vivono in una sorta di società a caste, e tengono in schiavitù una razza di mostri umanoidi detti “tenebriani”, simili a uomini talpa, che fanno lavorare affinché procurino loro il cibo, facendogli coltivare dei funghi, alimento che cresce anche senza la luce del sole.
Inizialmente, gli albini pensano che i protagonisti siano una sorta di messaggeri divini, questo si deve al fatto che non possono sopportare la vista del fascio di luce emesso dalla torcia elettrica di un archeologo, che loro credono essere “il fuoco di Ishtar”, una temibile arma divina. La situazione quindi si tranquillizza, e gli studiosi conoscono una ragazza di razza Europoide, Adad, apparentemente umana e senza collegamenti con la strana popolazione albina.
Ma la calma finisce quando un uomo talpa uccide un archeologo, ed Elinor, il Sommo Sacerdote delle creature, capendo che non sono quindi esseri divini immortali, ordina di sterminare gli umani, volendo in realtà impossessarsi del “fuoco di Ishtar”. I due uomini vengono quindi condannati a morte venendo esposti all'”occhio di Ishtar”, che trattandosi semplicemente della luce del sole, non ha però nessun effetto sugli archeologi. Nel frattempo i mostri tenuti in schiavitù si rivoltano uccidendo i loro oppressori. Elinor tenta di scacciarli con la torcia elettrica sottratta agli archeologi ma non sapendo che ormai è scarica, soccombe ai tenebriani.
Adad, decide di fuggire insieme ai due archeologi salendo in superficie con loro, ma giunta all’esterno, non si capisce perché ma torna indietro e finisce seppellita sotto una colonna durante una scossa di terremoto.

Analisi

Il film si apre con un prologo fra l’esilarante (dà per scontate teorie pseudoscientifiche e fa una confusione pazzesca) e il folle condotto da un sedicente professore universitario che sciorina banalità e nozioni sulla conoscenza dell’uomo a riguardo le profondità della Terra, un tentativo, maldestro ma in fondo divertente, per rafforzare l’avventura che sta per iniziare. Il film è a basso budget e girato in teatri di posa che sembrano i resti di altre produzioni del periodo, vi sono anche immagini di repertorio riguardanti gli esterni che sono meglio inserite che in altre occasioni, alla fine “Il Tempio degli Uomini Talpa” sembra più grande di quello che in realtà è, ossia un b-movie della fantascienza anni 50 che guarda alle storie pulp anni 30, quelle alla John Carter, dove gli eroi venivano catapultati in mondi sconosciuti a contatto con nuove popolazioni/civiltà.
Altro stratagemma per aggirare i costi è la trovata dell’arma utilizzata dai protagonisti, una torcia elettrica, il semplice oggetto basta per provocare sofferenza e morte agli abitanti del sottosuolo, ormai divenuti vulnerabile alla luce che temono come la morte. A riguardo il tema delle tenebre e della luce si segnala il notevole taglio della fotografia, densa di parte buie nelle inquadrature, a risaltare i pochi oggetti e personaggi illuminati,
Amatissimo dagli appassionati della fantascienza americana anni ’50, è giustamente considerato un cult, anche dai critici più implacabili che di solito lo considerano un classico dei guilty pleasures.
Girato in economia e con largo uso di filmati di repertorio, ha un inizio piuttosto curioso, di tipo pseudo scientifico, dove un non meglio identificato professor Frank Baxter snocciola le più note teorie sui presunti mondi sotterranei e la Terra cava, vaticinate da teorici visionari come John Symmes e Cyrus Teed.
La storia poi rientra nei binari della classica sceneggiatura dell’epoca, pur offrendo un paio di scene davvero inquietanti che mostrano gli uomini talpa trascinare le proprio vittime nei meandri della Terra e che, leggenda vuole, pare abbiano ispirato Spielberg per Lo Sqaulo. Vero o falso che sia, Nel Tempio degli Uomini Talpa è senza dubbio un film da vedere al di là delle non eccelse doti registiche di Virgil Vogel, anche per il make up povero ma bello delle sfortunate e ribelli creature che nel tempo hanno finito per conquistare un posto di un certo rilievo nella galleria di mostri proposti dalla Universal.
Inaspettato e piuttosto crudele il finale, soprattutto per la repentina fine del regime dispotico durato millenni e la parte che i valori e le azioni degli occidentali hanno in tutto questo. Ma la possibile morale della storia rimane assolutamente misconsiderata da sceneggiatori e registi, che puntano invece su un finale che riporta tutto all’inizio azzerando le ricerche (e la civiltà perduta).

Citazioni

“Devono ucciderci perchè abbiamo messo in dubbio che il loro mondo è l’unico mondo e che i loro dèi sono gli unici dèi” [Dr. Bentley]

Recensioni

“Amatissimo dagli appassionati della fantascienza americana anni ’50, è giustamente considerato un cult, anche dai critici più implacabili che di solito lo considerano un classico dei guilty pleasures” [Francesco Cortonesi].

Curiosità

Il film ha avuto una distribuziine complessa. Distribuito dall’Universal, uscì nelle sale cinematografiche USA nel dicembre 1956. Nel 1957, uscì in Finlandia (22 febbraio, con il titolo Kätketty maailma) e in Francia (13 settembre, come Le Peuple de l’enfer. In Italia, fu distribuito dall’agenzia italiana dell’Universal International nel 1961, con notevole ritardo, doppiato dalla cooperativa CDC. Negli Stati Uniti, uscì nuovamente sul mercato nel 1964.
La storia Mesopotamica fittizia narrata nel film si basa ampiamente sulla teoria detta Panbabilonismo, nella quale storie sumere e giudaiche descrivono i medesimi eventi. Il dottor Bentley afferma che il diluvio universale è un fatto storicamente e archeologicamente provato, e l’approdo dei Sumeri sulla vetta della montagna è un riferimento al racconto biblico dell’arca di Noe’.
In maniera simile ai protagonisti del film, Ishtar discese negli abissi della terra. Esiste una connessione panbabilonica tra la discesa di Ishtar e la storia del Vecchio Testamento di Giuseppe (figlio di Giacobbe). La discesa nel sottosuolo e il diluvio sono temi ricorrenti nella mitologia mondiale.
Il film associa erroneamente la dea Ishtar ai Sumeri. Ishtar era la controparte babilonese della dea sumera Inanna. Il vero simbolo di Ishtar era una stella a otto punte. Altra incongruenza sono i vari geroglifici e divinità dipinti sulle mura del tempio, chiaramente egizi e non sumeri.
Nel Tempio degli Uomini Talpa uscì anche come fotoromanzo, in un numero unico di 500 foto, pubblicato da James Warren in collaborazione con la Universal, ispirando così il taglio della rivista Famous Monsters of Filmland.
Gli uomini talpa furono ideati e creati dal make up department della Universal diretto da Bud Westmore.
Frase di lancio per il film, arrivato in Italia solo nel 1961: “Negli abissi della Terra… una civiltà perduta… vecchia di un milione di anni!”
Nella scena del sacrificio di alcune giovani donne fatte entrare in una sala inondata da una luce mortale, l’ultima ragazza a entrare, nel momento di lasciare cadere le vesti, lascia intravedere di lato un seno nudo (difficile da notare nel corso della visione), fatto assolutamente insolito per un film del periodo che escludeva ogni immagine di questo tipo.
Le gobbe degli uomini talpa furono realizzate imbottendo con dei giornali le schiene degli stuntman che li interpretavano, tra i quali citiamo Bob Herron, Bob Hoy, Eddie Parker e Joe Rubino.
Alcune sequenze con gli uomini talpa sono state utilizzate nel film del 1968 The Wild World di Batwoman, come mostri creati da uno dei cattivi.
Questo film ha ispirato il brano del gruppo punk rock statunitense The Dickies dal titolo “Attack of the Mole Men”.
Sebbene i titoli di coda riportino il nome del personaggio di Cynthia Patrick come “Adad”, nel film viene chiamata “Adel” sia nella versione originale, che in quella doppiata in italiano dalla cooperativa CDC.
La scena finale del film in origine era diversa. Il Dr. Bentley e Adal, la ragazza appartenente al popolo sotterraneo, fuggono e vivono insieme felici. Purtroppo non è stato possibile inserirla perchè la produzione non accettava l’idea di una possibile relazione tra razze differenti.

Voto

voto 3 di 5 (Suo malgrado, si può vedere)

Una scena del film
Una scena del film

multimedia

Il trailer (in inglese)

Il film in inglese
https://archive.org/details/TheMolePeople

Link esterni

La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da Wikipedia
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da SF Encyclopedia
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da Mymovies
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da IMDB.com
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da Allmovie
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da FilmTV
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da Filmhorror
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da MovieDB
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da Archeopatia
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da CinemaZ
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da Fantaclassici
La scheda di Nel tempio degli uomini talpa (1956) da CinemaZ

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