FUTUROPASSATO – RASSEGNA DI CINEMA DI FANTASCIENZA DELL’ETA’ DELL’ORO PUNTATA 162: Pianeta Terra: anno zero (1973)

Benritrovati, la fantascienza dei nostri avi vi aspetta per raccontarvi come sarebbe il mondo del futuro. In questo caso, assolutamente deprimente, visto il titolo del film di questa settimana: Pianeta Terra: anno zero (1973).

La locandina del film
La locandina del film

La sched(in)a

Titolo originale 日本沈没, Nihon chinbotsu
Titoli americani: The Submersion of Japan, Tidal Wave
Lingua originale giapponese
Paese di produzione Giappone
Anno 1973
Durata 140 min
Genere fantascienza
Regia Shirō Moritani, Andrew Meyer
Soggetto Sakyō Komatsu (romanzo)
Sceneggiatura Shinobu Hashimoto
Casa di produzione Toho Company
Musiche Masaru Satō

Lo tsunami distrugge una città costiera
Lo tsunami distrugge una città costiera

Il cast

Keiji Kobayashi Dr. Tadokoro
Rhonda Leigh Hopkins Fran
Tetsuro Tanba Primo ministro Yamamoto
Hiroshi Fujioka Onodera Toshio
Ayumi Ishida Abe Reiko
John Fujioka Narita
Lorne Greene ambasciatore Warren Richards
Hideaki Nitani Dr Nakata
Tadao Nakamura Ambasciatore giapponese in Australia

Locandina italiana
Locandina italiana

Un po’ di storia

Il film inizia presentando le ricerche di un vulcanologo giapponese, Tato-Koro, sui fondi abissinali dell’Oceano Pacifico attorno al Giappone, mediante un batiscafo.
La scoperta di un’enorme spaccatura sul fondo del mare convince il geologo a formulare un’ipotesi agghiacciante: nel giro di pochissimo tempo l’intero paese è destinato a sprofondare negli abissi oceanici. Il governo nipponico inizia una serie di trattative diplomatiche febbrili con il resto del mondo per fare in modo che la popolazione possa essere evacuata prima che si compia la catastrofe. Quando ciò avviene, la vita quotidiana della società giapponese è sconvolta dal caos: il monte Fuji erutta bombe di lava incandescente, la terra si squarcia, i grattacieli si accartocciano e i porti sono squassati dall’urto di immensi tsunami. Non c’è nessuno scampo per il popolo giapponese, perché nessun paese accetta di farsi carico di milioni di profughi senza patria.
Nelle sequenze che si succedono a ritmo continuo è inserita una storia fra due giovani. La distruzione del Giappone non è altro che l’inizio della fine della Terra. La tensione drammatica è sempre crescente e la storia è ben diretta e non perde il ritmo incalzante, nemmeno nelle pause dedicate all’approfondimento psicologico, alla storia d’amore e ai dialoghi.

Analisi

Il film si presenta in modo originale. Sebbene, apparentemente, gli stereotipi del cinema nipponico di mostri siano rispettati, il film si ricollega stilisticamente piuttosto alla fantascienza apocalittica classica. Ma non compare nessun Godzilla. E’ invece la tremenda eruzione di un vulcano, il vero ed impalpabile kaijū (“mostro misterioso“) del film, a scatenare il panico negli abissi marini giapponesi.
La pellicola, oltre a dare spazio a considerazioni etiche sull’utilità della scienza per la comunità e alla xenofobia nipponica, denota una spiccata cura proprio dal punto di vista prettamente geologico. Tuttavia, il lungo “spiegone” riportato nella prima parte, quando il geologo spiega il tutto ai politici (ignoranti anche in Giappone, a quanto pare) è piuttosto interessante e preciso, ma di una noia mortale per tutti quegli spettatori che non sono geologi, professionisti o amatoriali.

Recensioni

“Pur appartenendo propriamente al filone catastrofico, il film è spesso considerato una drammatica metafora fantapolitica dei difficili rapporti tra il Giappone e l’Occidente. Non a caso nel corso della vicenda il Giappone si ritrova da solo ad affrontare l’emergenza, un po’ per la superficialità dei suoi governanti, ma anche per il rifiuto del mondo occidentale ad accogliere l’ipotesi di ospitare una straripante massa di profughi. L’incubo della catastrofe che da sempre accompagna la produzione cinematografica giapponese, stavolta, è interpretato in chiave più tragica poichè non risolto con la finzione dei vari Godzilla, ma proiettato in uno scenario apocalittico nel quale l’identità culturale isolazionistica orgogliosamente e fedelmente ribadita si frantuma senza speranza” [Fantafilm]

Curiosità

Distribuito in America, il film fu ampiamente sforbiciato fino a durare 90 dei 140 minuti originari e – secondo una prassi non nuova – integrato con sequenze interpretate da Lorne Greene e filmate dal regista Andrew Meyer.
Il film ha avuto un rifacimento nel 2006 dallo stesso titolo, Nihon chinbotsu.

Voto

voto 4 di 5 (Teso e drammatico, senza fronzoli, bello e tremendo nella sua corsa verso l’inarrestabile fine del mondo senza via di scampo)

Una scena del film
Una scena del film

multimedia

Il trailer (in inglese)

Link esterni

La scheda di Pianeta Terra: anno zero (1973) da Fantafilm
La scheda di Pianeta Terra: anno zero (1973) da Wikipedia
La scheda di Pianeta Terra: anno zero (1973) da The Encyclopedia of Science Fiction
La scheda di Pianeta Terra: anno zero (1973) da IMDB.com
La scheda di Pianeta Terra: anno zero (1973) da MyMovies
La scheda di Pianeta Terra: anno zero (1973) da Lipercubo
La scheda di Pianeta Terra: anno zero (1973) da Coming Soon

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