
La sched(in)a
Lingua originale italiano
Paese di produzione Italia, Francia
Anno 1958
Durata 80 min.
Colore B/N
Audio sonoro
Genere fantascienza
Regia Paolo Heusch
Soggetto Virgilio Sabel
Sceneggiatura Alessandro Continenza, Marcello Coscia
Produttore Guido Giambartolomei
Produttore esecutivo Samuel Z. Arkoff
Casa di produzione Royal Film, Lux Film
Fotografia Mario Bava
Montaggio Otello Colangeli
Effetti speciali Mario Bava
Musiche Carlo Rustichelli
Scenografia Beni Montresor

Il cast
Paul Hubschmid: John Mac Laren
Madeleine Fischer: Kay Dandridge
Fiorella Mari: Mary Mac Laren
Ivo Garrani: professor Herbert Weisser
Dario Michaelis: Pierre Leducq
Gérard Landry (come Sam Galter): Randowsky
Jean-Jacques Delbo: Sergei Boetnikov
Peter Meersman: Gen. van Dorff
Massimo Zeppieri: Dennis Mac Laren
Giacomo Rossi Stuart: Stuart
Annie Bernal: assistente di laboratorio

Un po’ di storia
Un razzo a propulsione atomica guidato da un pilota, costruito grazie alla collaborazione internazionale, viene lanciato verso la Luna da una base ONU.
A seguito di un incidente, il razzo oltrepassa la luna (mentre il pilota riesce a ritornare sulla terra) ed esplode in una cintura di asteroidi tra Marte e Giove. Gli asteroidi vengono così deviati con orbita convergente verso una collisione con la Terra. A causa del grande numero di oggetti cosmici che si stanno avvicinando alla terra, all’inizio sembra che non ci sia alcuna speranza per evitare la catastrofe. Tuttavia la speranza ritorna quando si stabilisce che l’orbita dei meteoriti incrocerà la luna che così farà da barriera. Tuttavia, mentre la maggior parte dei meteoriti effettivamente viene bloccata dalla Luna, un certo numero di essi non viene bloccata (pochi in confronto al totale ma più che sufficienti a distruggere la vita sulla Terra). In questo drammatico momento la cooperazione delle grandi potenze nucleari, rivali nella guerra fredda ma solidali nel tentativo di salvare la Terra, potrà scongiurare il pericolo incombente della distruzione del pianeta: tutti i missili balistici nucleari a disposizione vengono lanciati verso lo spazio e distruggono gli asteroidi rimanenti, salvando così la Terra.

Analisi
Malgrado le limitazioni del budget, il film è ben costruito e mantiene ancora oggi un andamento della tensione più che accettabile. Lo spannung, che si scioglie solo nel finale, è degno di attenzione, così come la mancanza di effetti speciali, sostituiti dalle relazioni tra i personaggi e un sapiente gioco della tensione. Non dissimile dai predecessore, Night the world exploded del 1957, se ne distingue per la maggior attenzione verso una risoluzione condivisa delle tensioni politiche (tutti gli stati, anche quelli comunisti, accettano di coordinare una flotta di razzi per distruggere le meteore).

Curiosità
Il film uscì nelle sale italiane il 4 settembre 1958. Fu distribuito in Francia con il titolo Le danger vient de l’espace il 15 luglio 1959, negli Stati Uniti come The Day the Sky Exploded nel 1958 (85′), in Gran Bretagna come Death Comes from Outer Space nel 1960 (82′)
Voto
5 su 5 (Bel film che risente poco del trascorrere del tempo, da vedere assolutamente)
Recensioni
Fantafilm scrive che la pellicola, “fotografata egregiamente da Mario Bava […], pur rimanendo confinata nel semplice e convenzionale ambito di un catastrofismo prima maniera, si colloca tuttavia ben al di sopra della media nel confronto con analoghe produzioni contemporanee – anche americane – per la cura e la validità con cui sono realizzate ambientazioni, scenografie ed effetti”.
A. Albertazzi scrisse invece che “la trama è ideata molto ingegnosamente e la tensione che l’azione suscita va aumentando e non viene meno fino alla conclusione”.
multimedia
Il film in italiano
Il film in inglese
Link esterni
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