
La sched(in)a
Titolo originale : The Phantom Planet
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti
Anno: 1961
Durata: 82 min. (90 secondo altre fonti)[1]
Dati tecnici: b/n
Genere: fantascienza
Regia: William Marshall
Soggetto: Fred Gebhardt
Sceneggiatura: William Telaak, Fred De Gorter, Fred Gebhardt
Produttore: Fred Gebhardt
Casa di produzione: Four Crown Productions Inc.
Fotografia: Elwood J. Nicholson
Montaggio: Hugo Grimaldi
Effetti speciali: Dave Newlan, Louis De Witt
Musiche: Leith Stevens

Il cast
Dean Fredericks: Capitano Frank Chapman
Coleen Gray: Liara
Anthony Dexter: Herron
Francis X. Bushman: Sessom
Jimmy Weldon: tenente Webb
Dolores Faith: Zetha
Richard Weber: tenente Ray Makonnen
Al Jarvis: Giudice Eden
Dick Haynes: Colonnello Lansfield
Earl McDaniels: Capitano Leonard
Mike Marshall: tenente White
Richard Kiel: il Solarite
Merissa Mathes: Juro

Un po’ di storia
Nel 1980 la divisione per l’esplorazione dello spazio dell’aviazione militare statunitense ha delle basi sulla Luna ed è in procinto di realizzare una missione su Marte. Quando la seconda astronave impegnata in missione di routine scompare misteriosamente col suo equipaggio, iniziano a circolare voci di “mostri spaziali” e “pianeti fantasma”. Al pilota della missione marziana, il capitano Frank Chapman, e al suo navigatore, il tenente Ray Makonnen, è assegnato l’ordine di investigare.
Durante la loro ricerca, la navetta dei due astronauti viene danneggiata da uno sciame meteorico, causando una perdita di carburante, ed entrambi gli uomini devono uscire all’esterno per le riparazioni. Un frammento vagante fora tuttavia come un proiettile la tuta di Chapman, che cade in stato d’incoscienza. Makonnen ripara la falla, ma non appena apre il portello pressurizzato viene a sua volta fatalmente colpito. L’ultimo atto di Makonnen prima di finire alla deriva nello spazio è spingere Chapman all’interno e richiudere il portello pressurizzato. Chapman, riavutosi, scopre di essere rimasto solo e di non essere in grado di comunicare con la base lunare. Registra allora un diario degli eventi accaduti, affermando di essere ora costretto a effettuare un atterraggio di fortuna su un asteroide che sta attirando in qualche modo l’astronave Pegasus.
Dopo essere uscito dalla nave, risentendo ancora gli effetti dell’incidente Chapman collassa, quindi vede avvicinarsi dei piccoli umanoidi alti circa 15 centimetri. Una volta che il suo casco viene aperto è in grado di respirare, ma l’uomo si restringe alla stessa dimensione a causa dell’atmosfera dell’asteroide. L’astronauta viene condotto nel sottosuolo e viene processato per avere attaccato uno dei piccoli alieni.
Sesom, il vecchio e saggio governante di Rheton (il nome del planetoide roccioso su cui Chapman è atterrato), spiega che la sua navetta è stata portata in salvo sottoterra da dei raggi traenti gravitazionali, ma che non erano stati in grado di fare altrettanto con le altre navi naufragate in precedenza, andate distrutte con i loro equipaggi impattando sulla superficie. Dichiara poi a un furioso Chapman che, come esito della sentenza, possiede ora i diritti di cittadino di Rheton, ma non potrà mai andarsene e che la sua nave è stata rispedita nello spazio mentre dormiva. Così verrà mantenuto il segreto dell’esistenza di Rheton e, cosa più importante, della tecnologia del controllo gravitazionale.
Al processo, il capitano Chapman incontra due belle e giovani donne dalle quali è attratto: la bionda e viziata figlia di Sesom, Liara, e la muta e gentile mora Zetha. Sesom informa il terrestre che egli potrà scegliere più avanti una delle due donne per sposarla una volta abituatosi alla vita su Rheton. Liara, dopo avere seguito Chapman ed essergli stata costantemente appresso, dichiara il suo amore per lui, ma il capitano, ancora desideroso di tornare dal suo popolo, la rifiuta. Herron, un giovane che è innamorato di Liara, tenta di averla per sé dicendo a Sesom che Chapman sta ingiustamente tentando di ottenere il favore di entrambe le donne. Affermando che egli ritiene che questo costituisce un crimine contro il popolo di Rheton, Herron richiede un duello all’ultimo sangue con Chapman. Il terrestre è d’accordo e i due si impegnano in una forma di combattimento in cui gli avversari devono tentare di spingersi su piastre di gravità che causano una disintegrazione immediata in caso di contatto. Proprio quando Chapman sta per spingere Herron su un piatto, egli lo lascia andare, affermando che egli non può uccidere qualcuno senza una buona ragione.
Col passare del tempo, Chapman e Zetha diventano più familiari e alla fine si innamorano. Herron si reca da Chapman a tarda notte e gli dice che può aiutarlo a fuggire. Ogni progetto per il futuro, tuttavia, viene interrotto quando il planetoide è ancora una volta attaccato dai solariti, una razza aliena mostruosa di “persone di fuoco” da un non meglio identificato “satellitare solare” che vogliono distruggere Rheton con la loro nave da combattimento e rubare il suo segreto del controllo della gravità.
Con l’aiuto di Chapman, Sesom e Herron riescono a distruggere la flotta solarite con il loro fascio di gravità, ma un gigantesco Solarite alto ben 20 centimetri, prigioniero di un raid precedente, fugge quando la cortina gravitazionale che lo conteneva viene meno durante la battaglia e, inseguendola per i corridoi sotterranei, cattura Zetha, che era rimasta muta durante l’infanzia a causa del trauma dell’incontro con la sua specie strana e selvaggia. Dopo che Sesom è stato attaccato dal bizzarro mostro dagli occhi d’insetto, Chapman e Herron tentano di salvare Zetha e Chapman sconfigge i solariti spingendoli su un piatto gravitazionale.
Mentre è in ostaggio, Zetha esce dal suo mutismo per la paura quando vede Chapman attaccato dal Solarite e ora può parlare di nuovo, permettendole di confessargli il suo amore. I due si baciano, ma vengono interrotti in quanto si scopre che una squadra di ricerca dalla Terra ha localizzato Chapman. Al fine di preservare il segreto del suo popolo adottivo, Chapman reindossa la propria tuta spaziale e, dopo essersi nuovamente esposto all’aria normale, torna alle dimensioni normali. Con riluttanza, il capitano si dirige verso la Terra con la squadra di ricerca, lasciandosi dietro Rheton e Zetha, cosciente del fatto che nessuno crederà mai alla sua storia, che egli stesso potrebbe attribuire alla mancanza di ossigeno se non fosse per un piccolo gioiello che si ritrova in tasca, dono dell’amata Zetha.

Analisi
Godibile, malgrado qualche inesattezza e ingenuità. Bella l’idea di trasporre i lillipuziani di Gulliver nello spazio, ma il modello dominante, come dice Fantafilm, è sempre il celeberrimo e irrinunciabile Flash Gordon di Alex Raymond.
Sceneggiatura scorrevole e senza intoppi, regia lineare, effetti speciali in linea con quelli in uso all’epoca.
Recensioni
“Nonostante l’idea di trasferire nella fantascienza le avventure di Gulliver sia interessante, William Marshall realizza un film minore, che richiama le ben più ricche avventure di Flash Gordon”. (Fantafilm)
Curiosità
È il terzo e ultimo film da regista per William Marshall (1917-1994), un attore, cantante e direttore di una jazz band, che aveva girato in precedenza due film con Errol Flynn, Hello God e L’avventuriero di New Orleans. Suo figlio Mike Marshall (1944-2005) fece il suo debutto cinematografico con un piccolo ruolo ne Il pianeta fantasma.[4]
I set per l’interno dell’astronave, le tute spaziali e gli effetti speciali spaziali erano apparsi in origine nella serie televisiva in syndication della CBS Men Into Space.[senza fonte]
Lo sceneggiatore e coproduttore Fred Gebhardt aveva in precedenza prodotto e scritto 12 to the Moon, un film di fantascienza del 1960 della Columbia Pictures.
Il protagonista Dean Fredericks aveva appena finito di girare il pilota della serie tv Steve Canyon, poi cancellata dopo la sua prima stagione di 34 episodi.
Il coprotagonista Francis X. Bushman era stato una delle maggiori star nell’epoca del primo cinema muto, per apparire dopo gli anni venti solo in pochissimi film.[5]
Nel film ebbe il suo primo ruolo da attore Richard Kiel.
Voto
voto 3 di 5 (si può vedere)

multimedia
Il trailer
Il film in italiano
In inglese
http://www.archive.org/details/Phantom_Planet
Link esterni
La scheda di Il pianeta fantasma da Wikipedia
La scheda di Il pianeta fantasma da Fantafilm
La scheda di Il pianeta fantasma da IMDB.com
La scheda di Il pianeta fantasma da AllMovie