La nostra rubrica sulla fantascienza d’annata ritorna nel mondo dei cine-fumetti con uno dei film cult degli anni ’60; barocco, psichedelico, erotico e camp quanto basta per rimanere nella storia (ma le grazie di Jane Fonda non possono essere escluse del tutto): Barbarella (1968).

La sched(in)a
Titolo alternativo: “Barbarella: Queen of the Galaxy”
Paese di produzione Francia, Italia
Anno 1968
Durata 98 min
Rapporto 2,35:1
Genere commedia, fantascienza
Regia Roger Vadim
Soggetto Jean-Claude Forest
Sceneggiatura Jean Claude Forest, Claude Brule, Terry Southern, Roger Vadim, Vittorio Bonicelli, Clement Biddle Wood, Brian Degas, Tudor Gates
Produttore Dino De Laurentiis
Fotografia Claude Renoir
Montaggio Victoria Mercanton
Musiche James Campbell, Bob Crewe, Charles Fox, Michel Magne
Scenografia Mario Garbuglia
Costumi Paco Rabanne

Il cast
Jane Fonda: Barbarella
John Phillip Law: Pygar
Anita Pallenberg: The Great Tyrant
Milo O’Shea: Concierge/Durand Durand
Marcel Marceau: Professor Ping
Claude Dauphin: Presidente della Terra
Ugo Tognazzi: Mark Hand
David Hemmings: Dildano
Giancarlo Cobelli: Rivoluzionario
Serge Marquand: Captain Sun

Un po’ di storia
Barbarella è una viaggiatrice dello spazio incaricata dal Primo Ministro della Terra di ritrovare lo scienziato Durand Durand, misteriosamente scomparso. Durante il compimento della missione assegnatale, la protagonista avrà numerosi incontri con alcuni personaggi ai quali mostrerà la sua disinibita sessualità.
Si ritroverà nella città di Sogo, i cui abitanti vivono dell’influsso energetico di una sostanza, il Matmos, che a sua volta si alimenta con la malvagità e la perversione della popolazione.
La scomparsa dello scienziato Duran Duran (O’Shea), inventore di un’arma positronica di tale potenza distruttiva da mettere in pericolo interi mondi, allarma i governi dell’anno 40.000. L’astronauta Barbarell, incaricata delle ricerche dal Presidente della Terra, ne segue le tracce fino al famigerato pianeta Sogo.
Precipitata sul pianeta, viene aiutata dal custode di bambini selvaggi (Ugo Tognazzi), che stavano per ucciderla a morsi. Dopo aver soddisfatto le aspettative dell’uomo, che la porta fino alle porte della capitale di Sogo, alle soglie del labirinto dove sono tutti gli elementi positivi, Barbarella incontra l’angelo cieco Pygar, ultimo della razza degli ornitotropi, incapace di volare. Dopo averlo “aiutato” a recuperare se stesso, con il suo aiuto Barbarella supera il Matmos, il lago di energia vitale che si nutre di ogni malvagità e perversione umana, al centro del quale sorge il palazzo del Grande Tiranno, ovvero la Regina Nera, il cui consigliere è proprio Duran Duran, lo scienziato che ha volontariamente scelto quel rifugio come base ideale per i suoi piani di conquista dell’universo da bravo megalomane.
Qui, viene aiutata dal ribelle Dildano e dal gentile Professor Ping (il famoso mimo Marceau).
Duran Duran, dopo averla catturata, sottopone Barbarella al temibile Orgasmatron, una diabolica apparecchiatura che uccide le sue vittime per sfinimento sessuale, ma nemmeno questa “arma erotica” riesce ad avere ragione di lei. Mentre Barbarella e la Regina Nera sono prigioniere nella camera dei sogni, Duran Duran ne approfitta per salire al tron e i ribelli per scatenare la loro offensiva. La Regina scatena il Matmos, ma il fedele Pygar riesce a salvare Barbarella e l’ambigua Regina Nera, mentre Duran Duran soccombe nel caos che inghiotte il vizioso reame.
Analisi
Strepitosa la scena iniziale, in cui, simulando gravità zero, Jane Fonda si spoglia, opportunamente coperta dai titoli della sigla iniziale in stile carttoon, a sottolineare sia la componente erotica che quella ironica, propria della serie originale come del film (forse un po’ di meno in quest’ultimo, ma si sa, i fumetti possono fare di più e emglio dei film).
Il computer di bordo è molto comico, grazie anche alla voce del doppiatore italiano, ovvero il bravissimo Alighiero Noschese (Alfa 7, la versione inglese è meno comica, in effetti).
Il film fu un grande insuccesso sia di pubblico sia di critica. Nei loro dizionari, Morando Morandini e Pino Farinotti hanno assegnato a Barbarella rispettivamente due e tre stelle (su cinque).
Nonostante le stroncature, il film (come, ancora prima, il celebre fumetto francofono) è diventato di culto dopo la distribuzione sul mercato dell’home video, tanto da influenzare più di una generazione.
L’estetica del film, complessa e barocca, ma anche psichedelica e camp, basata sulle grazie di Barbarella e su mise fra il fantascientifico (ricordano sia le Bond Girl che le tute di Star Trek e di altre serie più o meno fantascientifiche dell’epoca) e la provocazione esplicita.
La storia, forse eprché mutuata dal fumetto originale quasi in modo pedissequo, scorre leggera verso il finale “esplosivo”.
Recensioni
“Barbarella è costruito sul corpo dell’attrice, sulle sue forme. E’ snella, agile, e si adegua all’innocenza molto seducente che sfoggiava nel fumetto omonimo. Dove tutti la desiderano, e lei è disponibile, vuole solo divertirsi. I vestitini succinti la coprono a malapena, il regista Roger Vadim (all’epoca anche marito della protagonista) la mette in mostra, senza mai superare il limite. Giochi di ombre, di profili secondo la regola del vedo e non vedo. A modo suo, avrebbe lanciato una moda, targata Paco Rabanne, che si occupò dei costumi. […] L’obiettivo è ristabilire la pace, far cessare le guerre e abbandonarsi alle fantasie, in pieno stile “figli dei fiori”. Il cattivone di turno la tortura con la musica rock (suonata al pianoforte), e lei, invece di morire, raggiunge l’orgasmo. Niente male come allegoria di una totale frattura con i decenni precedenti. La fantascienza ancora una volta usava il presente proiettandolo verso il futuro”. (Film.it)
“Un film ricco, ironico, ammiccante, dalle scenografie insolite e immaginose e dall’intreccio semplice come il fumetto da cui è tratto, il cui unico intento è quello di stupire e divertire. […] Uno dei pochi film che riesce con piacevole eleganza a coniugare erotismo e fantascienza, un genere quest’ultimo considerato spesso misogino. Qui invece possiamo subito ammirare le grazie dell’avvenente Jane Fonda, la quale dopo essersi sfilata la tuta spaziale continua l’emblematico spogliarello in assenza di gravità fino al nudo integrale (parzialmente ma strategicamente coperto dai titoli di testa)”. (Fantafilm)
Il film, “realizzato con larghissimo impiego di mezzi, rivela un vizio d’origine: come parafrasi delle classiche avventure di Flash Gordon, ideate negli anni trenta da Alex Raymond, calca smaccatamente il pedale dell’ironia e rischia di auto-distruggersi”. (Tullio Kezich)

Curiosità
Il nome della città malvagia, Sogo, è formato dalle prime due lettere di Sodoma e Gomorra.
Barbarella è uno dei due film di fantascienza, oltre a Il dormiglione di Woody Allen, a mostrare un Orgasmatron.
Il nome del cattivo “Duran Duran” è diventato in seguito il nome di un gruppo del pop britannico anni ’80.
Vi compare anche Ugo Tognazzi, nella parte di un cacciatore che vive in mezzo ai ghiacci su un pianeta lontano. Petto villoso, spirito da vero macho, riesce a sedurre la bella protagonista, una giovane Jane Fonda. Destò sorpresa quell’apparizione del grande attore in un ruolo del tutto anomalo. In realtà era lo “scioglimento” di un contratto per un’opera di tutt’altra natura, il mitico film “mai nato” di Federico Fellini, che si sarebbe dovuto chiamare Il viaggio di G. Mastorna, ma non venne mai alla luce.
In origine, il personaggio di Barbarella doveva essere interpretato da Virna Lisi, che però decise di abbandonare l’offerta e di tornare in Italia. Il ruolo poi venne proposto a Brigitte Bardot (che aveva ispirato il personaggio originale del fumetto), la quale però rifiutò perché stanca di ruoli sexy, quindi a Sophia Loren che, allora incinta, rifiutò a sua volta ritenendosi non adatta al ruolo. La parte infine venne proposta a una giovane Jane Fonda, tentata inizialmente di rifiutare; cambiò idea quando il marito, Roger Vadim, le sottolineò quali possibilità si stavano aprendo con il cinema di fantascienza.
Con i suoi costumi per il film, lo stilista Paco Rabanne creò la moda “spaziale”.
Voto
voto 5 di 5 (E’ divertente e abbastanza camp da far dimenticare le ingenuità della SF dell’epoca, ma non le mise vedo/non vedo di Jane Fonda & Co.)

multimedia
Il trailer (in inglese)
Scena iniziale
Bibliografia
Bruni A. – Pulici D, Barbarella, in Nocturno dossier n. 72: Alienerotica – Guida al cinema fantasexy, luglio 2008, pp. 36–37
Giacovelli E. – Ponchia V., 2007, Chick film
Link esterni
La scheda di Barbarella (1968) da SciFI Movie page
La scheda di Barbarella (1968) da Film.it
La scheda di Barbarella (1968) da Fantafilm
La scheda di Barbarella (1968) da IMDB.com
La scheda di Barbarella (1968) da Catalog of feature films