FUTUROPASSATO – RASSEGNA DI CINEMA DI FANTASCIENZA DELL’ETA’ DELL’ORO TV E DINTORNI Puntata 3: un’occhiata dietro le quinte…

Ben ritrovati.
Terza puntata della rassegna dedicata ai serial televisivi di SF dei tempi che furono e terza puntata dedicata alla più longeva serie TV di fantascienza della storia della televisione: il Doctor Who. In questa breve sosta nella prima saga del Dottore, andremo a vedere qualche curiosità e qualche personaggio dietro le quinte…

I quattro protagonisti della serie, con in primo piano William Hartnell, il primo Dottore
I quattro protagonisti della serie, con in primo piano William Hartnell, il primo Dottore

Falsa partenza

La prima puntata, come detto, a causa di un blackout che aveva coinvolto una parte cospicua della rete elettrica nazionale, venne ripetuta il sabato successivo, con grande successo. I 4,4 milioni di spettatori della prima puntata vennero abbondantemente surclassati dagli oltre 6,6 milioni della replica, portando alla conferma del team davanti e dietro alle cinepresa, responsabile del grande successo del serial, per l’epoca sicuramente innovativo.

William Hartnell e Carol Ann Ford
William Hartnell e Carol Ann Ford

Il primo Dottore è nato anche lui da una donna…

Spesso il serial del dottore, Doctor Who, è stato tacciato di maschilismo, sia per il ruolo, a volte marginale e al limite della scream queen delle sue companions, per lo più di genere femminile (ma chi lo dice non deve aver visto la austera Romana e la scaltra Sarah Jane Smith, che accompagnarono il Quarto Dottore nella stragrande maggioranza delle sue avventure); costoro, però, ignorano uno degli aspetti più sottovalutati della storia della nascita del serial: nulla di tutto ciò che vediamo e amiamo oggi della serie sarebbe stato possibile senza il lavoro di una donna: Verity Lambert.

Il credit della giovane produttrice
Il credit della giovane produttrice

Verity Lambert era probabilmente la più giovane produttrice della BBC e sicuramente l’unica donna della stessa emittente. Affidare a lei il serial poteva voler dire solo due cose, antitetiche: o non si credeva al successo del Dottore e si voleva creare un alibi anticipato per il flop, o si credeva ciecamente nelle qualità della serie, tanto da affidarne la cura ad una perfetta sconoosciuta, unica donna in un ambiente maschile (e maschilista).
E’ la stessa Lambert a rivelare alcuni retroscena poco carini nei suoi confronti, quando afferma che i vari dipartimenti della BBC che avrebbero dovuto contribuire alla produzione erano “restii” a collaborare, quando non apertamente ostili.

La Lambert in studio ascolta le registrazioni audio della puntata e, in particolare, gli effetti speciali e i suoni pre registrati
La Lambert in studio ascolta le registrazioni audio della puntata e, in particolare, gli effetti speciali e i suoni pre registrati

Uno dei più grandi meriti della Lambert è stato sicuramente l’aver creduto (e combattuto, dato che le riunioni di staff erano, all”inizio, molto cruente, con diversi scontri fra i membri) per mantenere in Doctor Who degli alieni decisamente insoliti, ideati e scritti da Terry Nation. La controversia era stata generata dal fatto che Newman li rifiutava categoricamente perché credeva facessero parte dei classici e stereotipati “Bug-eyed monster” che pullulavano le storie sci-fi fino a quel momento. Oggi quegli stessi alieni, oltre ad aver decretato il successo della serie, sono non solo parte integrante del mito di Doctor Who, ma anche elemento imprescindibile della cultura televisiva e popolare degli anni ’60: i Daleks.

Un dalek
Un dalek

Un regista… dall’India con furore

Un altro membro del team che sembra fatto apposta per creare malumore e scontri all’interno della BBC è il giovane regista di nazionalità indiana Waris Hussein, scelto da subito come regista della prima puntata del Dottore (vale per questa scelta quanto detto sopra per la Lambert).
Giovanissimo (solo 24 anni) e per di più visibilmente non inglese di nascita, Hussein dovette sopportare parecchi disai, non ultima, come lui stesso ha confermato, una palese insicurezza dettata dall’età e dal retaggio di rancori e pregiudizi legato alle sue origini (l’indipendenza dell’India, nel ’63, era ancora una questione fresca e spinosa per l’impero britannico, ormai in decadenza).

Waris Hussein
Waris Hussein
Sacha Dhawan nella parte di Waris Hussein e Jessica Raine nella parte di Verity Lambert in An Adventure in Space and Time Fonte: BBC
Sacha Dhawan nella parte di Waris Hussein e Jessica Raine nella parte di Verity Lambert in An Adventure in Space and Time. Fonte: BBC

Falsa partenza e con handicap

La serie non partiva certo con il favore della dea bendata: non bastasse la situazione complessa dietro le quinte (regista giovane e di nazionalità indiana, produttrice esecutiva giovane e donna, problemi di salute dell’attore protagonista), non bastasse il black-out che ha impedito la visione del pilot della serie ad una cospicua fetta della “perfida Albione”, ci si mette anche la Storia (si, proprio quella con la S maiuscola) di traverso al nostro Dottore: il primo episodio di Doctor Who, “An Unearthly Child”, scritto da Anthony Coburn e diretto da Waris Hussein, andò in onda, infatti, il 23 Novembre del 1963, il giorno dopo l’assassinio a Dallas del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy.
C’era di che organizzare un viaggio a Lourdes o qualcosa di simile. Eppure, malgrado tutto, la serie partì con il piede giusto guadagnando rapidamente consensi, fino ad arrivare ad un parco spettatori di 12 milioni con la saga Daleks’ master plan. Ma questa è un’altra storia…

Hartnell, Russell  e due assistenti di produzione sul set
Hartnell, Russell e due assistenti di produzione sul set

E anche per oggi è proprio tutto, gente!
Allons-Y!

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