Bentrovati su queste pagine di nuvolette nostalgiche nostrane. In questa puntata vi presenteremo una serie di fantascienza post.apocalittica apparsa a puntate sul settimanale “L’intrepido” nei primi anni ’70: Kronos, l’uomo della seconda Preistoria. La copertina dell’edizione in volume
Trama
Kronos è un ragazzo abituato a vivere in una Terra divenuta poco ospitale a causa di una guerra atomica che ha distrutto la civiltà umana. I sopravvissuti, retrocessi a uomini primitivi, devono riprendere a combattere con le fiere e le forze della natura. In questo clima ostile, Kronos si muove da solo, alla ricerca del suo passato. inquietante questa avventurosa e pericolosa ricerca troverà alcuni compagni, come la bella Medusa e il robot umanoide Pelledura.
La prima pagina della serie
Analisi
Il personaggio è stato ideato da Antonino Mancuso e proseguito da Raffaele D’Argenzio, sui disegni di Carlo Savi.
La serie ha un taglio post apocalittico e preistorico, sul genere di Yor il Cacciatore, di Ray Collins (al secolo Eugenio Zappietro) e Juan Zanotto.
Da notare, però, che il fumetto di Mancuso e Sai anticipa sia questa serie (nata nel 1974) sia quella molto più famosa di Kamandi (Jack Kirby, ottobre 1972).
Mostri, esseri preistorici, uomini primitivi si intrecciano con le presenze del passato che incombe, robot, uno dei quali, chiamato Pelledura, diviene alleato di Kronos, sottomarini, basi segrete e ibridi uomo-serpente.
l’atmosfera terribile e ostile viene ben descritta dai disegni e dalle didascalie, mentre la comprensione che si tratti di uno sguardo sul futuro non avviene attraverso didascalie, ma cogliendo i particolari delle vignette. Una in particolare, la seconda (quarta vignetta), vede un mammut schiaccia una pietra stradale che indica il percorso verso Rio De Janeiro. Poi la storia della distruzione dell’umanità avviene grazie a una capsula del tempo connettete la registrazione dell’ultimo appello degli uomini del XXI secolo, condannati a morte dalle conseguenze di una guerra atomica.
I dialoghi, invece, risentono molto del tempo in cui sono stati scritti. Numerosi e ampi, oltre che a volte ripetitivi. Il disegno invece stupisce per la semplicità della gestione della tavola che fa il paio con l’ottima gestione delle pose e dei gesti dei personaggi.
Kronos fra armi futuristiche e pericolosi cavernicoli
Edizioni
In Italia, la serie non è stata più ristampata da allora.
Scheda
Titolo Kosmos
Editore Intrepido
1ª app. 1972
Ultima app. 1973
Autori
Disegni di Carlo Savi
Testi di Antonino Mancuso e Raffaele D’Argenzio,
Sitografia
Qui potete trovare due episodi della serie scanditi dalle pagine originali. Altro episodio della serie scandito
Atomic Knights è una serie DC dalla continuity molto complessa.
Nati nei Sixties come personaggi dell’antologica DC Strange Adventures, creati da John Broome (testi) e Murphy Anderson (disegni) (per la precisione, il gruppo post-apocalittico appare per la prima volta in Strange Adventures #117 (1960)). Solo in seguito, nella serie del 1975 Hercules unbound, vennero inseriti nella continuity della Terra pre Crisis, come successe anche per Kamandi ed Omac, due serie create dal re Jack Kirby.
La storia
La Terza Guerra mondiale, la cosiddetta Guerra Idrogenica, nella realtà dei cavalieri atomici, si sviluppa in 20 giorni del mese di ottobre dell’anno (allora molto lontano) 1986 (quindi l’abbiamo sfiorata brutta!) e distrugge gran parte della vita animale e vegetale e fa collassare ogni forma di civiltà. Cinque persone, indossando armature medievali esposte alle radiazioni tanto da non renderle impermeabili alle stesse, cercano di portare un po’ di ordine nella Terra devastata a cavallo di giganteschi cani dalmata e utilizzando per lo più armi rudimentali (balestre, archi, lance ecc…), anche se, in seguito, useranno anche pistole laser e altre armi tecnologicamente avanzate. La loro base operativa e la città di Durvale. Oltre a Gardner Grayle, militare sopravvissuto in un bunker, al prof. Douglas Herald, divengono cavalieri atomici tre volontari, i gemelli Wayne e Hollis Hobard e lo scienziato Bryndon Smith, oltre alla sorella di Herald, Marene.
Insieme sconfiggono il boss locale, Black Baron e, rinfrancati dal successo e dal favore della popolazione, organizzano spedizioni di aiuto a Los Angeles e cercano di riprendere le comunicazioni, muovendosi su giganteschi dalmata mutati per le radiazioni.
Atomic Knights versione anni ‘60
No more Knights
La serie, fra alti (pochi) e bassi (molti di più), si spense nei primi anni ’60, collezionando poche apparizioni sull’antologico che aveva visto la loro nascita.
Cover di Hercules Unbound n. 1, disegni di José Luis García-López
Successivamente, però, i cavalieri ritornarono in azione nel 1976 quando venne varata la serie, anch’essa di breve durata, Hercules unbound, che avrebbe dovuto, almeno nelle intenzioni, ridisegnare i futuri apocalittici dell’universo DC in uno schema coerente. I Cavalieri vi comparvero come ospiti più o meno fissi a partire dal n. 10 (aprile-maggio 1977, testi di Gerry Conway e disegni di José Luis García-López).
La serie, però, durò molto poco (solo 12 numeri), come si diceva, ed ebbe l’unico effetto di accrescere la confusione fra i vari personaggi e le varie trame del futuro.
Le storie originali degli Atomic Knights furono ristampate in Strange Adventures dal n. 217 al n. 231.
Atomic Knight
In seguito, questa continuity venne cancellata su DC Comics Presents n. 57, albo in cui Superman scoprì che in realtà la storia dei Cavalieri atomici era tutto un inganno. Il sergente Gardner Grayle, infatti, aveva partecipato al progetto di realtà virtuale avviato dall’esercito ed ambientato in una Terra post apocalittica. Qui Grayle, convinto che quella fosse la realtà, prese il controllo del software cancellando tutte le tracce del progetto stesso. Solo Superman riuscì ad impedirgli di scatenare, senza volerlo, un’apocalisse nucleare. Risvegliatosi dalla realtà virtuale, Grayle divenne per breve tempo Atomic Knight indossando un’armatura sperimentale dell’esercito (costruita grazie alle premonizioni della dea Cassandra, responsabile anche delle sue visioni del futuro) ed unendosi prima ai Seven Soldiers of Victory come Shining Knight, poi agli Outsiders, gruppo di supereroi riunito da Batman, appunto con il nome di Atomic Knight.
Atomic Knight e Cassandra
Dopo Crisis, comunque, il Grande Disastro è stato cancellato dalla continuity, per cui non vi è più posto per i cavalieri atomici. Mentre Omac, altra serie post apocalittica, viene spostata in un remoto futuro e Kamandi diviene Tommy Tomorrow, Atomic Knights ed Hercules unbound vengono completamente rimossi.
Nel 2000, un’organizzazione chiamata Atomic Knights si insedia nella disastrata Bludhaven. Il gruppo ha molte similarità con gli Atomic Knights pre Crisis.
Nella miniserie post-Crisis The Battle for Blüdhaven, Gardner Grayle è diventato il leader di una banda sotterranea di nuovi Atomic Knights che operano all’interno della città distrutta di Blüdhaven, lavorando al fianco di un’organizzazione chiamata Roundtable con lo scopo di aiutare i cittadini a sbarazzarsi dello S.H.A.D.E. e del nuovo Black Baron. I circa 125 Atomic Knights sono guidati da Gardner Grayle, Marene e Doug Herald, Bryndon, e Wayne e Hollis Hobard.
Cavalieri atomici e altri supereroi a Bludhaven
Durante Infinity Crisis, La Evil Factory prende possesso della base dei cavalieri a Blundhaven, il bunker Command D, divenuto centro di ricerca genetica. Nello scontro con le forze di Darkseid, due di cavalieri muoiono.
Dopo 52 e la rinascita del Multiverso, una versione vicina a quella creata con Hercules unbound degli Atomic Knights si insedia su Terra 17. Una versione alternativa, invece, opera su Terra-38, guidata però da Captain Atom.
Gli Atomic Knights (versione New Earth)
In Italia
In Italia, le vicissitudini dei Cavalieri atomici sono praticamente sconosciute, se si eccettua la loro partecipazione ad Infinity Crisis e appendici varie, edite dalla Planeta DeAgostini