INTRODUZIONE
Nella Russia degli anni 20’, nel clima delle ricerche d’avanguardia, le barriere tra le varie arti vengono abbattute. Il teatro, il cinema, la pittura, la grafica e la poesia son i principali centri di attività che interagiscono in sinergie sincronizzate, allo scopo di mettere l’arte, la cultura a servizio delle masse.
La rivista LEF, fondata da Majakovskij, come i futuristi affermava la necessità di essere critici nei confronti dell’eredità letteraria del passato e soprattutto proclamava il principio dell’arte come Ziznestroenie ovvero come “costruzione della vita”, ossia il prodotto del lavoro dello scrittore non è un ‘opera d’arte, ma un oggetto e l’arte secondo il LEF, è appunto la creazione di quest’oggetto, è una “costruzione di vita”.
– L’arte di Giuseppe Barilaro di Vittorio Politano, Pasquale Natali;
– Tutta una repubblica in un pastificio – G.P. Callegari (1947); – Persistenza della magia rurale in un’area del catanzarese – Marcello Barberio; – Viaggi temporali, folli voli e rapimente alieni – Raoul Elia; – Innondazioni, valanghe: la colpa è anche nostra – R. de Benedetti (1951);
– Agosto, tempo d’estate – Domenico Caruso.
– Incontriamo Francesco Giordano di Pasquale NATALI
– La versalità del maestro Francesco Giordano, la raffigurazione del buio in sè e la poetica delle cose banali di Vittorio POLITANO
– L‘arte di Francesco Giordano fra dissonanze e simbolismo di Angelo DI LIETO
– Luglio, il mese della fioritura di Domenico CARUSO
– Fatti di Ieri o di OGGI? – Il dottore morto nel contadino vivo di G.P. CALLEGARI – La vettura di Napoleone a Waterloo di M. PELLEGRINO – Elogio del cane di Leon Battista ALBERTI
– La casa del demonio si trova a Milano di Raoul ELIA
– Cosa legava Roma a Brooklyn? di Alessandro GRAMMAROLI
– Maria Cristina di Savoia di Antonio NICOLETTA
– Piero della Francesca – Polittico della Misericordia di Roberto CAFAROTTI
– Venusiani a Gravellona Toce? di Raoul ELIA
Grammatica e sintassi per imparare a scrivere i dialetti calabresi
C’è un verbo, nei dialetti calabresi, che esprime a pieno gli scopi di questo volumetto: ‘mbizzára, ‘mbizzáre, ‘mbizzári, o ‘mmizzáre, secondo i luoghi, e vale ‘insegnare’ ed ‘imparare’! E può essere transitivo e, nella seconda accezione, anche intransitivo pronominale (De Mauro): mi ‘mbizzái u cantu! ‘ho imparato a cantare!’ (letter.: mi ho imparato a cantare!).
Da qui la necessità d’offrire al lettore un insegnamento graduale sui dialetti calabresi, in modo che una volta fatta propria la lezione di base, egli possa inoltrarsi in argomentazioni più complesse!
La suddivisione che si è voluta dare allo scritto è piuttosto sintetica, priva di fronzoli, centrata sulle argomentazioni significative, lasciando al lettore la possibilità di valutare l’applicazione delle “regole”, in base alla conoscenza che ha del proprio dialetto, perché non bisogna dimenticare che ogni dialetto ha una propria grammatica e sintassi, con le dovute eccezioni. Ma l’apprendimento da solo non basta per poter scrivere il dialetto, bisogna attenersi ad alcune indicazioni, quelle che, nella didattica delle lingue, sono chiamate “regole grammaticali”!
La trascrizione basata esclusivamente sull’impressione acustica non è quasi mai scientifica. Essa deve avvalersi, oltre che della conoscenza delle “regole”, anche di una buona audizione e di una rigorosa indagine dell’articolazione dei suoni, in modo da cogliere i fenomeni simili tra loro. E crediamo che queste brevi annotazioni possano, in qualche modo, soddisfare le richieste del lettore!
Attraverso gli anni, la terra di Calabria è stata “madre” di personalità insigni nel campo letterario, umanistico, ma anche in quello economico, sociale, pedagogico, medico, militare ecc. costituendo, pertanto, un arduo compito per chiunque voglia tentare di compilare un elenco di tutti i nomi illustri, senza correre il rischio di fare torto a qualcuno di loro.
Quasi fisiologicamente, costantemente ed idealmente,ha preso corpo, così, un luminoso e solido “edificio culturale”, che si è opposto come una sorta di “baluardo” alla palese mediocrità ed ai pregiudizi dei tempi.
Un “edificio Culturale” fondato, essenzialmente, per ricordarci la funzione vitale di una “Civiltà Comune” migliorativa della qualità della vita e che, come tale, non conosce, ne lo può, distinzioni di nazionalità, censo, razza, confessione religiosa.
Si è venuta a formare così, nella fuga dei secoli, quella Calabria “Dotta” che ha dato corpo e vitalità ad una italianità, dai positivi effetti e da ricadute costruttive, sotto vari aspetti, per la comune vita culturale della nostra madre patria.
Oggi a pieno titolo il Centro Studi Bruttium propone in esclusiva la seconda edizione, ampliata e corretta, della fondamentale ed importante opera “Grammatica e Sintassi per imparare o scrivere i dialetti calabresi” di un degno figlio della generosa terra Bruzia, nella persona dell’esimio professore Michele De Luca.
Il professore De Luca, però, vive ed opera fuori regione, avendo al suo attivo un prestigioso “cursus onorum” di cui ci sembra oltremodo superfluo e forse anche fuori luogo elencarne le tappe, atteso il carattere costituzionale di un uomo che schivo ai formalismi, da autentico calabrese, ama la semplicità e l’essenzialità delle cose. Antonella Lamazza Resp.Cultura sez. C.S.B. Prov. Kr
Antonella LAMAZZA
Lacrimi e rrisi, Salvatore Bruno Lucisano
Fatti di ieri o di oggi?
Non gridò “abbasso De Gasperi”
I gerarchi cambiano i manganelli restano
Il mostro delle notti di luna
Il Donizetti che pochi sanno
Perchè lo ascoltano se è così stupido?
Gabriele CAMPAGNANO
Il Manuale di Eliseo Masini
Raoul ELIA
Il rabdomante elettronico dell’ing. Porro
Vittorio POLITANO
La billenaria storia della chiesa cattolica è zeppa di interessi curiosi
Daniele MANCINI
I Celti e le contaminazioni nella storia dell’arte antica europea
Antonio NICOLETTA
Riflessioni sulla scuola pubblica nel sud nell’ottocento
UNA GENESI
Di recente nel corso di un divertente scambio di idee con il professore Natali, ironicamente, ci trovammo d’accordo nel constatare che quelle sorti di apoteosi ufficiali e mitizzazioni riservate ad importanti personaggi della storia e del nostro tempo, creano sicuramente, una visione distorta o lacunosa della reale vita dell’individuo….. ma gli Dei erano.
Un certo tipo di storiografia celebrativa e parenetica nel prospettarci, ad esempio, una personalità di spicco del risorgimento italiano come il Mazzini, si è compiaciuta nel soffermarsi soltanto ad una celebrazione ed idealizzazione dell’uomo.
Il pensiero e l’azione politica di quello che viene definito “L’apostolo della Libertà” e “Padre della Repubblica” risultano ufficialmente presi così, in un valore assoluto solo eccessivamente positivo che ignora l’uomo con i suoi limiti e debolezze psicologiche.
Questi tipi di “visioni” o “tendenze” fanno veramente perdere di vista ed annullano, a nostro avviso, l’importante e fondamentale presupposto di una vita vissuta, con tutte le sue gioie e dolori, gratificazioni e delusioni.
Insomma, sembrerebbe quasi che questi uomini non abbiano avuto un esistenza terrena o tantomeno abbiano avuto e provato i comuni sentimenti che sono propri della razza umana.
Perciò è lecito domandarci, com’era e si comportava un Giuseppe Mazzini nella vita privata?.
Quale Storia ?
I ruderi di grandi e piccoli monasteri, chiese, edicole, tabernacoli, laure, cenobi ecc. sparsi un po’ dovunque sul territorio , dalle pianure costiere alle cimose litoranee, alle fasce prettamente pedemontane e montane del versante ionico e tirrenico della Calabria, testimoniano ancora del ”rivoluzionario” movimento monastico e monastico-cavalleresco, nati nel “Grande Mattino Cristiano” dell’Occidente.
La rivisitazione o se si preferisce la lettura, con “altri occhi” e sotto l’analisi oculata di aspetti e caratteri, per tanti versi insoliti, ha permesso l’acquisizione di conoscenze ed informazioni, sicuramente, di pregio per una corretta visione d’insieme ed un concreto contributo di valorizzazione di parti importanti della Storia Religiosa, Sociale ed Economica della Nostra Regione.
Sono tanti, tantissimi i Calabresi che oggi vantano origini amalfitane, con presenze che si sono fuse con la Storia della Calabria, cui si è dedicato il sottoscritto, Dr. Angelo Di Lieto, calabrese nativo di Amalfi.
Nel mio libro: “I Mercanti di Amalfi nel Mediterraneo e sui Lidi della Magna Grecia”- ediz. Bru.Mar.-2004 – inizio con una pagina di magico surrealismo, sulla quale dò l’idea del grande frastuono e dell’enorme tensione che si creava allorché da lontano si intravedevano i navigli saraceni che si avvicinavano alla Costa Amalfitana per il saccheggio, mentre tu, al chiaro di luna, ti trovi romanticamente con una ragazza straniera su una barca ascoltando da lontano una dolce musica su di un mare scintillante di luci.
“CAUTIVERIO FELIX” IN UNA CALABRIA COSTITUZIONALMENTE BIPOLARE
Nel Marzo del 1848 a Cosenza si accendevano quei “focolai” di un aperto contrasto al Regime Borbonico: era il primo atto di quella che sarebbe stata, di li a poco, la storica insurrezione delle Calabrie alla vigilia della Prima Guerra d’Indipendenza, sotto la guida del re Carlo Alberto di Savoia.
Lo sviluppo e la storia di quegli avvenimenti, pubblicati in tre Volumi dal Centro Studi Bruttium nel 2022, connotarono quella che si può definire la ‘’Repubblica Cosentina’’ del 1848.
Domenico CARUSO
– Maggio, il mese delle rose
– Il ridere, la volgarità e l’ottimismo Marcello BARBERIO (a cura di Paolo Alfieri)
– Rosina Lupia, contadina-poetessa analfabeta Raoul ELIA
– Doroty Louise Eady Alessandro GRAMMAROLI
– Curiosità romane Vittorio POLITANO
– Animali e luoghi fantastici nei musei di Calabria Antonio IANNICELLI
– ‘U Morzeddu catanzarese Gabriele CAMPAGNANO
– Giovanni delle bande nere LO SPILLONE
– La rivoluzione francese Anselmo PAGANI
– “La sventurata rispose” Milena MANILI
– Le mente creativa (ultima puntata)