La Ciminiera – Aprile 2022

IN QUESTO NUMERO – SL (sala lettura)

– Lino Natali incontra: Gregorio FALBO
– Foto+pittura=Gregorio FALBO (Pasquale Natali) SL
– Impressi nella bellezza dello stupore (Salvatore Conte) SL
– Pittura e fotografia in Gregorio Falbo (Angelo Di Lieto) SL
– Abbasso (Viva) il realismo (Raoul Elia) SL
– Il libro del mese (Francesca Ferraro) SL
– Italia mia: lupi e agnelli (Domenico Caruso) SL
– I palmenti (Silvana Franco) SL
– Massoneria catanzarese (Antonio Iannicelli) SL
– Futuro della Demotica (Maurizio Natali)
– Vittorio Lorioli (V. Dino Patroni)
– Oscure stagioni (Milena Manili)
– Franco Blefari (Bruno S. Lucisano)
– In Calabria: cap. V (Giano)
– Il mistero di Tule – (Raoul Elia)
– Le reliquie dei santi (Daniele Mancini)
– Elisabeth L.V. Le Brun (Roberto Cafarotti)

LEGGI/SALVA LA CIMINIRA Aprile 2022

ERO BAMBINO NEL ’47

I bambini degli anni ‘40-‘50

   L’aver letto su un quotidiano nazionale alcune riflessioni sull’essere stati bambini negli anni ’50 mi ha indotto a ricordare la mia infanzia vissuta negli anni ’40. Essendo nato nel 1941, essa si svolse a cavallo degli anni suddetti e gli anni ’50. Proverò a narrare i miei ricordi ed i ricordi di cose che mi furono raccontate. Parlerò come se fossi ad una riunione di amici coetanei, dove ognuno dice le sue cose. Non sarà un trattato di antropologia sociale, ma saranno solo riportate cose viste e vissute più di mezzo secolo fa; e non saranno nemmeno “Le memorie di ottuagenario”, non ho l’età e d’altronde quelle sono state già scritte. Le cose che saranno raccontate nascono solo dai ricordi e tutt’alpiù saranno filtrate dalle esperienze e conoscenze acquisite in seguito. Non saranno consultati libri né esperti; imprecisioni, anacronismi, omissioni saranno tali perché così sono contenuti nei ricordi. Verrà fuori, almeno spero, la testimonianza di un’epoca di ristrettezze e povertà, ma non solo, vissuta da un bambino fra bambini venuti fuori da una grande guerra.

Antonio NICOLETTA

PER CONTINUARE A LEGGERE (O SALVARE) iQUADERNI 31_2022

“BRIGANTI SI MUORE …” Volume Secondo

“BRIGANTI SI MUORE …”
in storie di Calabria e del Sud

   Nel brigantaggio femminile, le drude, cioè le compagne dei capibanda, donne passionali e crudeli, feroci e determinati più degli uomini, venivano viste come figure femminili ribelli alla concezione di sudditanza agli uomini, in cui la società le poneva. Il loro comportamento reazionario era a protezione della famiglia, dei figli e degli uomini e la loro ribellione si poneva contro una mentalità sociale, economica e politica nella quale venivano poste nella società dell’epoca.
Quando venivano condannate a morte, affrontavano quel momento con dignità e coraggio.
Ma la fame ed il freddo uccideva anche molti di questi briganti e ci fu anche chi si suicidò per non cadere nelle mani del nemico e per non finire i suoi giorni in una cella di un carcere dopo essere vissuto sempre da libero nei boschi. Ma vi furono anche quelli che presentatisi innanzi all’esercito regolare nella speranza di ottenere un atto di clemenza, successivamente furono impiccati o fucilati sul posto, oppure, a seguito di condanne, finirono i loro giorni in carcere per malattie e stenti.

Angelo DI LIETO

PER CONTINUARE A LEGGERE (O SALVARE) iQUADERNI 30/2

CIVILTÁ MEDITERRANEE ED ORIZZONTI LINGUISTICI

           CIVILTÁ MEDITERRANEE ED ORIZZONTI LINGUISTICI              .

di Mario DOTTORE e Antonio CORTESE

   Il percorso culturale, materializzato con questo lavoro, si concatena, prioritariamente, a due specifici periodi storici, tra loro separati da un arco temporale di c.a. 10 secoli.
L’arco temporale, infatti, ha come estremi la classica Civiltà Greca, generatrice di un vitale movimento di Colonizzazione, anche verso le terre d’Occidente, e la Civiltà Bizantina, correlata ad un vasto ed intenso processo di ellenizzazione del Bruzio ed in generale dei territori dell’Italia Centro Meridionale ed insulari, a partire dal VI sec. d. C. c.a.
In tale contesto si inserisce, questa compendiata analisi conoscitiva sulle colonie greche nell’Italia Meridionale, specialmente di quelle Calabresi.
Lo studio intrapreso può, senz’altro, recare un positivo contributo per l’approfondimento di quei caratteri legati alla nostra primordiale identità etnica e culturale.
Nel quadro storico, economico e sociale di riferimento si colloca, infatti, “la questione grecanica”, il complesso, cioè, dei problemi storici, linguistici, etnici, culturali e religiosi relativi alle popolazioni ellenofone di Calabria e, più generalmente, dei Greci d’Italia.
Il presente “Dossier” sulla “vexata quaestio” non ha, certo, la pretesa di dare, in merito, dei dati definitivi e, tantomeno, di giungere a soluzioni precise e conclusive; ma ha solamente lo scopo di riesaminare e, perché no, di riproporre all’attenzione degli studiosi uno degli aspetti più interessanti della questione, cioè quello storico, che in nessun modo può essere disgiunto da quello linguistico.

CONTINUA A LEGGERE (O SALVA) iDOSSIER 12-2022 –>

“Briganti si muore…” – Volume Primo

   Il brigantaggio è sempre esistito, sia in forma singola che in forma associativa, mentre il “bando”, da cui il termine “bandito”, soprattutto nel Medioevo, era il provvedimento che un’autorità emetteva nei confronti di un persona o di un gruppo che doveva essere allontanato, esiliato, perché aveva commesso reati di opinione o atti lesivi verso la quiete pubblica.
Col tempo il termine “bandito” si è attenuato e così venne chiamato “brigantaggio”, nel quale si classificavano reati particolarmente criminali come omicidi, rapine, furti, stupri, ricatti e minacce, insomma azioni da briganti.
Il termine “brigantaggio”, si fa quindi derivare dal verbo “brigare”, cioè lottare, combattere, ma con obiettivi malvagi, contrapponendolo alla parola banditismo, che anche se similare, aveva una diversa più attenuata, temporale lettura.
Questo fenomeno si allargò enormemente su vasta scala nazionale nel XVI secolo, e soprattutto si sviluppò nel Centro-Sud italiano, allorché “un solitario”, al fine di mettere in atto azioni delittuose più impegnative, si aggregava ad altri per organizzare una vera e propria banda, che poi collegialmente agiva, per compiere furti, rapine, assassini, sequestri e ricatti.

   Così il brigantaggio, divenne reazione e lotta armata contro i grandi proprietari terrieri, contro i contadini, contro l’eccessiva fiscalità, contro il potere governativo, per divenire, dopo l’unificazione del territorio italiano sotto il re Vittorio Emanuele II di Savoia, anche lotta contro lo strapotere dei piemontesi.

dott. Angelo DI LIETO

Continua a leggere (o salva) iQuaderni n.30/1

ADDIO CARO AMICO PAOLO

Mi giunge notizia della dipartita del mio alunno-amico e artista PAOLO PANCARI DORIA, nel partecipare al dolore dei suoi familiari ho sentito il bisogno di preparare questa pagina per commemorarlo e storicizzare un momento non  soltanto nella mente e nel cuore ma anche nelle vicessitudini quotidiane.

Il comune amico ANGELO DI LIETO mi ha fatto avere un suo sentito pensiero e saluto a PAOLO che trascrivo integralmente.

La cerimonia si svolgerà il 03/03/2022 nella Cattedrale di Squillace alle ore 15,30.


Francesco Giordano – Ritratto del pittore Paolo Pancari Doria

L’Artista dei sogni, dei miti, delle leggende, delle lettere di Donna Angelina,  simbolo delle donne  innamorate, l’artista  dalla grande fantasia  e dalla libertà pittorica, l’eclettico e straordinario  Prof. Paolo Pancari Doria, non è più.

Nato a Catanzaro, per più di quaranta anni è stato  Docente della prima Cattedra di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.

La sua pittura era l’esistenza della sua vita e sino all’ultimo ha lasciato sui fogli i segni e i messaggi dei suoi pensieri e della sua esistenza d’artista. Con una creatività complessa che esprimeva col colore ed utilizzando originali assemblaggi materici, rappresentava in prevalenza opere informali importanti, dove rievocava  ed esaltava sempre l’amore e la vita.

Le sue opere in continua conflittualità di colori forti ed esaltanti, adattando materiale differenziato in storie e tradizioni, erano il risultato di allineamenti diversificati, che richiamavano ricordi, sensazioni, sentimenti e sogni.

Di grande  cultura pittorica ed esoterica, il poliedrico artista Pancari era l’interprete solenne delle più belle pagine delle storie misteriche del passato che raccontavano avvenimenti lirici e leggende, dove la Luce divina era l’essenza delsuo Credo e della sua quotidianità.

Pancari ha espresso il suo pensiero anche nelle più varie  espressioni artistiche, fondate principalmente sulla conoscenza  di temi filosofici ed esoterici, con princìpi perennemente finalizzati alla continua ricerca della verità e dell’amore.

Nel suo linguaggio di segni, di appunti, di fusioni fumanti esprimeva i suoi pensieri più intimi e che riguardavano l’essenza dell’uomo libero nel suo divenire che realizzava attraverso sperimentazioni di colori, di materiali esaltati dal fuoco e che, una volta combusti, costituivano la base della complessità delle sue estrapolazioni più esaltanti che raggiungevano, nell’annullamento della materia, la celebrazione della superiore dimensione della sua pittura.

Alcune volte, la sua pittura era anche caricaturale, ironica, satirica, graffiante e bonariamente denigratoria nei confronti di amici o di avvenimenti che, una volta richiamati, tutti gradivamo perchè realizzati con acume, genialità e senza cattiveria.

Ciao Paolo ci mancherai profondamente, anche perché il tuo studio, era il ritrovo di tutti gli amici artisti dove  tra barzellette e ricordi d’amore e di spensieratezza, vi era la gioia  e l’allegria  della gioventù passata.

Il tuo amico di sempre, Angelo Di Lieto.

 

La Ciminiera – Marzo 2022

Contenuti – SL articoli in Sala Lettura

03 – Incontro con Giovanni Gaetano (Lino Natali)
06 – Il legno come vetro (Salvatore Conte)
09 – Gli intarsi di Giovanni Gaetano (Angelo Di Lieto)
11 – Giovanni Gaetano e la realtà del legno (Raoul Elia)
13 – Il Bibliofilo (A. Iannicelli)
13 – Suoni Agro Pastorali di Calabria (Simone Bonasso)
31 – Luciano Nocera (Bruno Salvatore Lucisano)
33 – La Calabria attende e spera (Domenico Caruso)
36 – Ricordo di Luigi Tallarico (Dino Vincenzo Patroni)
45 – La dura vita degli Imperatori romani – (Daniele Mancini)
38 – B. Martello – Ruderi e Carbonai (Angelo Di Lieto)
47 – In pista con Canon R3 (Maurizio Natali)
49 – 52 anni di carcere (Gabriele Campagnano)
52 – Il mistero di Tule – (Raoul Elia)

LEGGI / SALVA La Ciminiera – Marzo 2022