Il Giornale di Calabria – 14 luglio 1997
CINA ANTICA: UN CONVEGNO
DEL CENTRO STUDI BRUTTIUM
Martedì 15 luglio alle ore 17.00 nella sala delle riunione del Centro Studi Bruttium a Catanzaro Lido (località Giovino) si terrà un incontro sulla cultura sinica sul team: Il Libro e la leggenda di Lao-Tzu Dio e Sapiente della Cina antica.
La relazione sarà tenuta dal dott. Antonello Palumbo, studioso e ricercatore della Facoltà Orientale di Napoli.
Il relatore esaminerà il Tao-Tè-Ching di Lao-Tzu, uno dei principali testi tradizionali dell’Estremo Oriente, contenente una particolare riformulazione dell’antica dottrina del Tao in termini metafisici e di presentazione di un ideale “Uomo reale”.
La lingua cinese essendo ideografica permette diverse interpretazioni e ciò vale ancora di più per il testo di Lao-Tz evi denziato dal carattere ellittico e spesso “ermetico” delle sue massime.
Originale incontro promosso dal centro Bruttium di Catanzaro Lido
Taoismo e serenità
LAO‑TZU contro il logorio della vita moderna. La filosofia orientale del padre del Taoismo, al centro delle attenzioni nel corso di un incontro dibattito svoltosi al centro Bruttium di Catanzaro.
Le linee teoriche del pensiero taoista, esposte attraverso la presentazione del Tao‑Te‑Ching, il libro di Tao‑Tzu tra i più conosciuti al mondo.
In questo libro sono esposti i principi della prudenza, dèll’umiltà, del contentarsi del poco.
Il tutto richiamandosi ad uno dei principi fondamentali del taoismo, quello di un ordine naturale delle cose che muove l’Universo ed a cui l’uomo non può né deve opporsi.
Presentazione singolare, quella della dottrina taoista, in una regione, quale la Calabria, che può annoverare tra le vestigia del suo passato antiche filosofie e una straordinaria esperienza storico-culturale quale la Magna Grecia.
La relazione introduttiva dell’incontro é stata tenuta da Antonello Palumbo, studioso e ricercatore dell’Istituto universitario Orientale di Napoli.
Tra il pubblico, studiosi, autorità e semplici curiosi.
Le dottrine orientali, così ricche di fascino e così diverse nella loro essenzialità da quelle abitualmente conosciute, mantengono intatto, intorno a loro, un alone di mistero.
Tanto più che il richiamo continuo ad un ordine metafisico, ad una diversa impostazione dei ritmi di vita, fatto da queste stesse dottrine, stride nettamente con il caos metropolitano e l’agire frenetico, caratteristico del mondo occidentale.
Inoltre, come ha riferito lo stesso Palumbo, la scrittura cinese, nel caso ancora di Lao‑Tzu, essendo ideografica, priva com’è di nessi grammaticali, di suffissi nominali e verbali, obbliga il lettore a ricostruirsi per proprio conto la forma sintattica della frase, così che la lettura diviene interpretazione.
La lingua, quindi, come nella filosofia di lao‑Tzu, diventa autentico strumento di interpretazione del pensiero.
Curioso a questo punto annotare come il Tao‑Te‑Ching ci sia pervenuto in una traduzione in francese dell’originale.
Il testo, tuttavia, conserva inalterato il pensiero del ” Dio e Sapiente” teorico della Cina antica, autentico depositario della sapienza e della cultura di un’epoca classica ed estremamente fecondo per lo sviluppo di una originale filosofia di vita.
r.c.
Il Quotidiano – giovedì 17 luglio 1997
Nella sala‑riunioni del Centro studi “Bruttium” di Catanzaro Lido
Conferenza sulla cultura cinese
Nella sala delle riunioni del Centro Studi Bruttium a Catanzaro Lido, alla presenza di un numeroso e qualificato uditorio, si è svolto un incontro sulla cultura sinica avente a tema: “Il Libro e la Leggenda di Lao‑Tzu, Dio e Sapiente della Cina antica“.
La relazione è stata tenuta dal dott. Antonello Palumbo, studioso e ricercatore dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli. I lavori sono stati coordinati dal prof. Gerardo Pagano, preside del Liceo Scientifico di Soverato.
Nella conferenza, partendo dai principi generali della sapienza cinese del periodo classico, con particolare attenzione al ruolo svolto dalla lingua come strumento di organizzazione del pensiero sono state esposte le linee teoriche fondamentali del pensiero taoista, quali appaiono nel Tao‑Te‑Ching di Lao‑Tzu che insieme a Chuang‑Chau e Lien‑Tzu si può considerare il padre del Taoismo.
Nel Tao‑Te‑Ching sono esposti, in una interpretazione sovente oscura, i principi della prudenza, dell’umiltà, del contentarsi del poco. Il testo, pervenuto a noi, per il tramite di una traduzione in francese dell’originale, si è dimostrato un’esposizione del principio del “vivere nascosto”, dell’inazione intesa nel senso del non volere, cioè di non intervenire con la volontà e l’azione della personalità individuale, e perciò limitata, nell’ordine naturale del Tao secondo cui si muove tutto l’universo e che l’uomo non deve contrastare nè modificare.
L’oratore, partendo dall’enunciazione che la scrittura cinese, essendo ideografica, priva com’è di nessi grammaticali, di suffissi nominali e verbali, obbliga il lettore a ricostruirsi per proprio conto la forma sinattica della frase, così che la lettura diviene interpretazione, ha chiarito e spiegato i contenuti oscuri del testo di Lao‑Tzu, essenziali della sapienza taoistica, riconducendo il dibattito sul pensiero filosofico contemporaneo in occidentale.
Sull’attualità e la vitalità delle dottrine sapienziali dell’Oriente nell’attuale fase storica si è imperniato il dibattito seguito alla conferenza del dott. Palumbo. Qualificati ed apprezzati sono stati gli interventi, nel dibattito, del dott. Antonio Anzani, provveditore agli Studi di Catanzaro, del dott. Cesare Nisticò, psicologo, del dott. Aristide Anfosso, del sig. Luigi Mazza, dell’artista valdese Dario Scorza, della dott.ssa Angela Casaletto e dell’assessore alla Cultura dott. Aldo Costa.
Il Giornale di Calabria
domenica 20/lunedì 21 luglio 1997
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