LA MADRE DOLENTE E LA PIETA’
Arte e religiosità nell’esperienza di un popolo

LEGGI-SALVA – Franco FERLAINO: La Madre dolente e la Pietà
Con questo Quaderno inizia la collaborazione del prof. Franco Ferlaino. “Docente di Storia dell’arte, Cultore di Etnologia, Artista, Fotografo, Filmaker. Autore di monografie e saggi,mostre e documentari, interventi radiofonici e televisivi, con editrici ed emittenti nazionali e internazionali.“.
Nel darne notizia sono felice per la ritrovata amicizia e per la sicura qualità culturale che saprà imprimere alla nostra rivista.
L’Addolorata. Incipit tematico locale
Nel libro dei parlamenti (verbali politici) dell’università (comunità) di Nocera Terinese, il 19 marzo 1701, è stata registrata una controversia tra i notabili del rione Piazza, parrocchiani della chiesa matrice arcipretale, dedicata a san Giovanni Battista, e i padri Cappuccini. La controversia nasceva dal fatto che le principali cerimonie commemorative della Settimana Santa, incentrata sul culto dell’Addolorata, fossero celebrate dalla chiesa dell’Assunta, annessa al convento che sorge sulla sommità della collina alle cui falde si sviluppa il centro urbano. Nella chiesa conventuale, infatti, sin dal XVII secolo, si venerava una simile statua posta su un piedistallo lapideo, a sinistra dell’arco del Sancta Sanctorum. Era una Vergine dei sette dolori, con l’incarnato a vista (volto, mani e piedi) artisticamente rifinito e il resto sotto forma di manichino ricoperto da una mirabile veste di pizzo nero. (Purtroppo, negli anni Settanta del secolo scorso, tutto andò distrutto per gl’insulti del tempo e l’accidia degli uomini). La chiesa del convento non svolgeva funzioni parrocchiali, ma i padri cappuccini esercitavano un grande ascendente spirituale sulla popolazione.
Franco FERLAINO
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