…. Come si diffuse la notizia che nel Villaggio si sarebbe aperta una scuola, subito si creò una grande agitazione e si formarono dei gruppetti.
Ognuno manifestava una sua idea, favorevole o contraria.
Si rallegravano che la scuola era gratuita, che i loro ragazzi, nella speranza di avere un futuro migliore, avrebbero imparato a leggere e a scrivere, ma vi erano anche quelli che sospettavano che l’iniziativa di Tolstoj, in cambio di qualche privilegio, mirasse a preparare nel villaggio dei soldati che poi sarebbero serviti allo Zar.
Chi era dubbioso e manifestava la sua incertezza, si esprimeva sostenendo che tutto era da verificare, anche se in quel momento era importante mandare i ragazzi a scuola.
Insomma, pian piano tutti si convinsero di mandare i figli nella costituenda scuola.
La mattina in cui la scuola venne aperta, vi fu una grande confusione: vi erano genitori che si preoccupavano di radunare i propri figli e i figli dei loro vicini ed amici, mentre i ragazzi si presentavano tutti puliti, con i capelli ben pettinati e fissati con l’olio di semi; poi vi era chi non era pronto e che era ancora indeciso se frequentare o meno; qualcuno si preoccupava di non avere i sandali da mettersi ai piedi o
una camicia pulita. Ma poi si concludeva:
<<mica il maestro mi guarderà i piedi? Sarà sufficiente la presenza!>> …
Per eventuale stampa il formato della pagina è un A5 Il Formato A5 ha le seguenti dimensioni: in centimetri è 14, 8 cm x 21,0 cm in millimetri è 148 mm x 210 mm in pollici è 5,8 in x 8,3 in
Oggi parliamo di strumenti per la lezione in streaming. Fra le varie soluzioni a disposizione, alcune più o meno gratuite (Jitsi), altre a pagamento (Gotomeeting), altre incluse in una suite (Meet, inclusa nella G Suite), per questa volta ci soffermeremo su Zoom, una famosa (oggi più che mai) piattaforma che offre servizi di teleconferenza, che può divenire un utilissimo strumento per la Didattica a Distanza.
Iniziamo con questa puntata una nuova rubrica, a supporto di docenti e studenti che, a causa del corona virus, sono impegnati nell’immane fatica della Didattica a Distanza. Cercheremo di presentare ai nostri lettori software per la didattica a distanza che avranno queste caratteristiche:
1) gratuite
2) se possibile, open source
Oggi parliamo, in particolare, delle lavagne virtuali e di una in particolare: Open Board.
Lavagne virtuali: cosa sono?
Da quando si è diffuso l’uso delle LIM, Lavagne Interattive Multimediali, si è reso necessario come supporto per l’attività didattica di ogni giorno un software che permettesse, innanzitutto, di imitare la lavagna tradizionale riprendendone il ruolo di “spazio di scrittura e disegno”.
Da qui ad implementare altri elementi, in modo da ampliare l’usabilità del software stesso, il passo è stato breve, così a queste lavagne virtuali sono stati aggiunti vari elementi multimediali, fra cui la possibilità di utilizzare immagini, video, mappe virtuali, registrare audio e/o video ecc…
Con il proliferare delle LIM, anche i programmi di lavagna virtuale si sono moltiplicati. La maggior parte, però, pur essendo gratuita (a volte però solo se collegata all’acquisto della LIM proprietaria), non è open source. Con una eccezione: Open Board.
Cos’è Openboard
OpenBoard è un software gratuito universale per LIM e nasce come sviluppo da parte di un team dell’Amministrazione Didattica di Ginevra, a partire da un altro celebre software open source gratuito per lavagne interattive, Open Sankoré, il cui progetto è, purtroppo, fermo da molti anni.
La prima caratteristica, che lo rende una spanna al di sopra delle altre lavagne virtuali, è il suo essere un programma multi piattaforma, ossia in grado di funzionare su tutti i sistemi operativi: non solo Windows, dunque, ma anche Linux (per cui, in effetti, era nata Open Sankoré) e Mac.
Altra caratteristica che ce la fa apprezzare è il suo essere open source, così che il codice sorgente può essere migliorato, potenziato o riutilizzato, in virtù del comune fine educativo.
Altra caratteristica fondamnetale è la competezza: alcune lavagne virtuali sono orientate alla multimedialità, altre alla scrittura, anche con tavolette grafiche, altre ancora alla produzione di podcast e videopodcast. Con Open Board, invece, è possibile fare tutto questo.
Sebbene offra un ambiente semplice da usare ed intuitivo, OpenBoard è comunque ricco di funzionalità.
È possibile importare ed inserire disegni, animazioni, file audio e video ed esportare le lezioni in PDF.
Open Board offre inoltre vari widget ed add-on in grado di includere al volo contenuti presi da siti come Wikipedia o Google Maps.
E’ anche possibile prendere annotazioni con scrittura a mano libera.
Inoltre, la whiteboard offre anche funzioni avanzate già incluse, come una calcolatrice e un dizionario, integra un browser interno, in modo da poter visualizzare pagine web senza dover uscire dal programma.
Gli strumenti
Guardiamo ora lo schema dei menu.
Come si può notare, esiste un numero elevato di opzioni, suddivise in quattro blocchi:
1) in alto sono disposti strumenti base (colori, dimensioni e raggio della penna), navigatore delle pagine (a destra), il browser web interno, il file browser, il comando mostra/nascondi la lavagna, utilissimo per poter scrivere direttamente sul desktop, quindi il menu a tendina principale, con apertura/chiusura del programma, il comando di registrazione e quanto alto (a sinistra);
2) a destra la libreria, con i file suddivisi già in immagini, video, animazioni, forme ecc…;
3) in basso, funzioni di scrittura avanzata (tipo di penna, gomma per cancellare, puntatore laser, cattura schermata e tastiera virtuale);
4) a sinistra, le pagine attive, come in un software per presentazioni tipo Powerpoint.
Inoltre, sia il testo che il tratto sono racchiusi in finestre ampiamente modificabili (rotazione, raggruppamento, ridimensionamento, gestione dei livelli).
Per un riassunto grafico, si può dare un’occhiata all’immagine sotto riportata.
Questo è un esempio, realizzato con Open Board, delle potenzialità del software (anche la registrazione è stata fatta con Openboard).
Bentrovati.
Nella scorsa puntata abbiamo montato fisicamente il raspberry nella custodia e collegato il tutto al monitor e al caricatore. Ma la scheda microSD a che serve?
Oh bella, a metterci dentro il sistema operativo.
Mi immagino già le facce perplesse così anticipo la risposta. si, con il raspberry non sono necessari 2-300 gigabyte, funziona anche su una scheda microSD da 4 GB.
Ed è appunto su una scheda microSD che andremo ad installare il nostro sistema operativo (in breve SO).
Come installare Raspbian sul nostro raspberry pi
Dopo esseri procurati una microSD da almeno 4 gb, bisogna istallarvi sopra il sistema operativo. E qui cominciano i problemi, di solito. Procedure complicate e farraginose di solito rendono questa operazione difficoltosa e non adatta a tutti. Ma per il raspberry il problema è stato risolto: con NOOBS.
NOOBS (che sta per New Out Of Box Software) permette all’utente di scegliere, durante il suo primo avvio, il sistema operativo da installare sul Raspberry PI: immediatamente disponibili per l’installazione sono Raspbian (distribuzione Debian-based), Pidora (distribuzione Fedora-based) e due versioni di XBMC (Xbian e Openelec, cui si è accennato nel primo articolo di questa serie). Una volta scelto cosa installare sul rapsberry, NOOBS procederà ad installarlo sullo spazio libero della SDCard e riavvierà il sistema permettendovi di accedere al sistema operativo appena installato. Ma veniamo all’istallazione vera e propria.
Fase 1: preparazione della microSD.
Prima di tutto occorre formattare la microSD per istallarci Noobs.
Per Mac e Windows c’è il programma gratuito sd formatter, che può essere scaricato qui, con il quale preparare la scheda. Una volta installato ed avviato, comparirà una schermata come quella che segue.
Il software riconosce automaticamente la microsd, ma occorre ricordarsi di selezionare, come in figura, la voce overdrive forma (sovrascrivi il formato, soluzione che cancella tutto quello che c’è sulla microsd, per cui, fate attenzione).
Ricordatevi poi di selezionare fra le opzioni “FORMAT SIZE ADJUSTMENT” ON, come in figura 2, date un nome alla sd card e premete format.
In poco tempo, al sd dovrebbe essere pronta per istallarvi NOOBS.
Per Linux occorre usare un software per creare partizioni come, ad esempio, gparted e formattare la scheda come FAT.
Fase 2: montare Raspbian
Bene, ora abbiamo la nostra scheda pulita e pronta per l’istallazione. Possiamo passare alla fase 2. Scarichiamo la distribuzione di Raspbian direttamente da qui.
Scompartiamo il file zip in una cartella e copiamo i file sulla scheda microsd, poi stacchiamo la scheda dal computer ed inseriamola nel raspberry pi, quindi avviamolo collegandolo alla presa di corrente. Partirà in automatico Noobs.
Comparirà una schermata come in figura 3. Selezionare Raspbian e premere install in alto.
Dopo circa un quarto d’ora, l’istallazione sarà completa e comparirà un messaggio di conferma. Premendo ok, il Raspberry si riavvia automaticamente con il desktop del sistema Raspbian.
E’ fatta, il nostro Raspberry Pi è operativo.
Facile, no?
Note in calce all’istallazione
Va rilevato che l’uso di Noobs ha molti fattori pro.
Permette infatti di riaccedere in qualsiasi momento al menu iniziale di NOOBS tenendo premuto il tasto SHIFT durante la sequenza d’avvio del sistema. Altro aspetto interessante di NOOBS è che non c’è bisogno di essere collegati ad Internet per procedere al setup, in quanto i files necessari per installare i quattro sistemi operativi sono già presenti sulla SD.
Infine, vale la pena di sottolineare che, oltre al menu di scelta iniziale, NOOBS ha inglobato anche un editor che permette di modificare il file config.txt relativo al sistema operativo installato ed un browser web per accedere ad Internet.
Bentornati su questo blog.
In questa puntata e nella prossima vedremo come montare il raspberry ed istallare il sistema operativo base, Raspbian.
Iniziamo dalla struttura base. Costruire il Raspberry pi parte 1
Questi sono gli elementi necessari per assemblare il raspberry pi:
1) il raspberry pi (ovviamente)
2) la custodia
3) un cavo HDMi per collegare il raspberry pi a un monitor (anche una tv)
4) una microSD con adattatore (quest’ultimo utilissimo quando dovremo collegare la microSD ad un PC)
5) un caricatore per smartphone.
Elementi base del raspberry pi
Come si può vedere nell’immagine 2, la scheda raspberry pi è veramente piccola, ma ha in sé tutto quello che serve. Il raspberry pi
Queste sono le quattro porte USB, con accanto una porta ethernet: Le porte del raspberry pi
Questa è la porta HDMi con accanto il connettore per il caricatore:
La scheda raspberry va inserita nella custodia ad incastro, senza viti , ganci o altro. Basta aprire la parte superiore bianca della custodia e sfilare la parte sottostante rossa. Nella foto potete vedere la disposizione successiva.
La scheda raspberry si inserisce a pressione seguendo le indicazioni per i buchi delle varie porte.
Fase 1:
Fase 2:
Fase 3:
Ora basta inserire la presa HDMi e collegarla ad un monitor e la presa del caricatore e il Raspberry è operativo.
Manca ancora la parte software, ma quella la vedremo nella prossima puntata…
Realtori: Francesco Mete
Docente di Discipline Pitttoriche
“Sulla pittura antica e moderna” Silvana Castagna
Docente di Chimica
“La chimica dei colori” Nicola Albano
Titolare del centro “La Sfera”
“Nuove frontiere dei componenti pittorici”
Coordinatore Giuseppe Sala
Responsabile “Arte Calabria” C.S.B.
Chiusura lavori: Pasquale Natali
Presidente del C.S.B.
Google Cast for Education è una nuova estensione di Google Chrome che permette agli insegnanti e agli studenti di condividere in modalità wireless le schermate dei propri personal computer da un browser Chrome a un altro. L’applicazione è ancora in versione beta ma sarà pronta per l’inizio dell’anno scolastico.
Copertina Ciminiera n. 21 anno 1999 (IV)
Con il lancio del nuovo sito, abbiamo cercato di recuperare tutto il materiale realizzato dal CSB nel corso dei suoi anni (più di 20!) di vita.
Purtroppo, non tutto era a disposizione, neppure nella precedente versione del sito. Ecco dunque che, trovato, frugando negli archivi digitali e cartacei, almeno una parte di quel materiale “disperso”, abbiamo deciso di rimetterlo a disposizione di tutti, soci e non, senza alcuna limitazione. Si incomincia con questa Ciminiera “d’antan”, targata 1999 (era il periodo, per chi se lo ricorda, della paura del “millenium bug”), n. 21.
Buon amarcord a tutti
Raoul EliaLa Ciminiera anno IV (1999) n. 21