Salute e buona domenica di freddo intenso. Gennaio non dà tregua e nemmeno questa rubrica, che, con questa puntata, ritorna nella fantascienza di serie Z per esplorare i confini del vedibile e arrivare là dove nessuno è mai giunto prima (per fortuna sua). La meta di quest’oggi è un fanta-horror basato sul mostro di Frankestein in versione Robocop, insomma un patchwork dal titolo, inequivocabile, di The Vindicator (1986).

La sched(in)a
Titolo originale: The Vindicator
Altri titoli: The vindicator – Frankenstein 2000
Anno: 1986
Paese: U.S.A.
Regia: Jean-Claude Lord
Sceneggiatori: David Preston, Edith Rey
Produttori: Don Carmody, John Dunning
Il cast
David McIlwraith: Lahman
Teri Austin: Lauren
Richard Cox: Alex Whyte
Pam Grier: Hunter
Maury Chaykin: Burt Arthus
Catherine Disher: Catherine Collins
Stephen Mendel: Ian Massey
Micki Moore: Jan Scott
Larry Aubrey: Kurt Kessler
Lynda Mason Green, Denis Simpson, Caroline Arnold, John Zobolles, Trevor Daves, Carl Knutson, Robert Stewart, Robert Parson, Bob Roy, Jeremy Ratchford, Shane Cardwell, Sean Levy, Paul Stewart, Mark Brennan, Andrew Bednarski, Ted Wallace, Desmond Campbell
Un po’ di storia
Il Dr. Carl Lehman è un brillante scienziato che lavora per un’azienda di alta tecnologia chiamata ARC. A quanto sembra, l’ARC sta progettando una tuta spaziale che sarà utilizzata dai primi astronauti su Marte e uno strano apparecchio di controllo remoto usato come fibbia della cintura che però ha un difetto piuttosto considerevole: chi lo indossa perde il controllo completo e scatenain lui una rabbia omicida quando viene toccato.
Il dottor Lehman è furioso con il suo capo, il dottor Whyte, per i tagli al budget inspiegabili. Per tutta rispsota, Whyte ordina ad un altro scienziato ARC di sabotare uno degli esperimenti di Carl con conseguente esplosione fatale. Dopo il funerale del (non troppo) compiano dr. Lehman, Whyte riunisce un gruppo di colleghi di Carl e rivela loro di essere ancora in possesso del cadavere carbonizzato di Carl. Lo scienziato propone a tutti di combinare le loro conoscenze per riportare Alex dalla morte come un cyborg usando proprio la tuta spaziale tecnologica e quella specie di telecomando per serial killer. Il primo esperimento non va troppo bene: il reivivo Carl non riesce a rialzarsi immediatamente in risposta ai comandi vocali di Whyte, così gli scienziati tentano di capire cosa è andato male.
Uno degli scienziati, certamente il più geniale del gruppo, rimuove la parte del telecomando che impedisce a chi la indossa di perdere il controllo al minimo contatto, mossa che si rivela fatale quando un Carl disorientato si sveglia e colpisce il meccanismo della porta che apre tutte le gabbie delle scimmie del laboratorio di ricerca, permettendo loro di liberarsi ed vendicarsi della scienziata e aggredire le guardie di sicurezza nel momento in cui entrano nella stanza. Carl fugge dal laboratorio all’interno di un camion della spazzatura, prossima fermata l’inceneritore. Carl spaccava le porte dell’inceneritore e stava lì in piedi con enormi fiamme alle spalle e la sua forma di cyborg ben in mostra, avendo già bruciato la tuta di volo dorata in stile NASA. Il nostro mostro di Frankestein in versione high tech impara del suo automatico fattore di uccisione durante un incontro con alcuni punk che cercano di derubarlo, anche dopo averlo guardato ben (troppo fatti?), pensando che sia solo un ragazzo in costume di Halloween (sic!).
Alcuni degli scienziati responsabili, pieni di rimorso, si propongono di aiutare a catturarlo, ma solo per farsi uccidere dallo stesso, dimostrando consapevolezza ed intelligenza, nonché istinto di autoconservazione, appena inferiori a quella delle scimmie assassine di cui sopra. Alla fine, Whyte chiama il suo capo, Hunter, interpretato dall’icona della black exploitation Pam Grier.
Carl torna presto a casa e inizia a comunicare con la moglie incinta trasmettendo la voce attraverso il sintetizzatore nel loro salotto. Si rivolge al suo migliore amico e collega scienziato Burt, ma alla fine, questi si rivela parte de complotto: fa catturare Carl (solo per un istante) e poi, in una scena particolarmente sgradevole, tenta di stuprare e uccidere Lauren, la moglie del cyborg / mostro di Frankestein.
Hunter ei suoi scagnozzi inseguono Carl nelle fogne con pistole che sparano acido vaporizzato.
Il finale del film, come da rituale, si svolge nel laboratorio in cui Carl ha subito la sua trasformazione. Qui due dei suoi ex colleghi, da lui uccisi, hanno subito il trattamento come cyborg. Howte, a quanto pare, è stato in grado di eseguire da solo la stessa complessa procedura chirurgica e ingegneristica che prima richiedeva un team di sei persone non è mai stato spiegato. Mah. Comunque, come nei migliori/peggiori film di Hollywood, rientra il modelo del western calssico e la risoluzione del conflitto viene affidata allo showdown finale: Whyte è diventato lui stesso un cyborg completo, con lo stesso livello di forza sovrumana di Carl. I due si cimentano in un po’ di azione, tanto per allungare il brodo, con Carl che alla fine riesce come da copione a sconfiggere il cyborg cattivo Whyte, anche se in modo abbastanza inventivo. Per tutto il tempo, sebbene incinta e ferita ad un braccio , Lauren combatte il risveglio degli altri mostri di techno-Frankenstein. Ovviamente, il finale è un happy end, sebbene molto particolare…
Analisi
Il film è, tutto sommato, accettabile. Più giovane di Robocop, cui pure forse è servito da modello (in negativo, cioè da non ripetere), presenta uno schema inizialmente molto vicino al Frankenstein di Mary Shelley, aggiornato con scienziati folli, teorie del complotto e quanto altro gli anni ’80 hanno saputo inglobare nella cultura pop. Poi inizia la carneficina, con effeti speciali che sono la parte più debole del film, in quanto datati anche se paragonati ai film dello stesso periodo.
La recitazione è più da serie TV, così cme lo showdown finale, che vira pesantemente verso il western più becero.
Recensioni
“Un film che dai titoli di testa parte con una musica alla Terminator, ma che vira drasticamente verso Robocop. Ma attenzione, Robocop è stato fatto ben 2 anni dopo The Vindicator, e a giudicare dal look di Carl Lehman qui ci sono tutte le basi per gridare al plagio contro Hollywood!” (Cinemazoo)
“Il regista Jean-Claude Lord si diverte a ricamare sul mito di Frankenstein citazioni da Robocop, Terminator e, andando indietro negli anni, Il Colosso di New York. L’idea di trasformare il mostro di Mary Shelley in un cyborg che simboleggia una possibile deviazione del progresso scientifico, è buona, ma lo spunto si perde poi nella ricerca dell’effetto gratuito. Qualche tocco umoristico e la presenza di Pam Grier nelle vesti di una indomita guerriera che tallona l’androide in fuga completano il quadro”. (Mymovies)
Voto
voto 2 di 5 (si può vedere)
multimedia
Il trailer
Il film in inglese
Link esterni
La scheda di The Vindicator (1986) da Cinemazoo
La scheda di The Vindicator (1986) da Rotten Tomatoes
La scheda di The Vindicator (1986) da Dreadcentral
La scheda di The Vindicator (1986) da MyMovies
La scheda di The Vindicator (1986) da il Davidotti
La scheda di The Vindicator (1986) da Myvideobox