FUTUROPASSATO – RASSEGNA DI CINEMA DI FANTASCIENZA DELL’ETA’ DELL’ORO PUNTATA 174: Il gigante di Metropolis (1961)

Ben ritrovati.
Questa settimana parliamo di un film di confine, nel senso che è un progetto ibrido fra SF e peplum: Il gigante di Metropolis (1961).

La locandina del film
La locandina del film

La sched(in)a

Lingua originale italiano
Paese di produzione Italia
Anno 1961
Durata 98 min
Rapporto 1,85 : 1
Genere fantascienza, avventura
Regia Umberto Scarpelli
Soggetto Gino Stafford
Sceneggiatura Sabatino Ciuffini, Ambrogio Molteni, Oreste Palella, Emimmo Salvi, Gino Stafford
Produttore Emimmo Salvi
Produttore esecutivo Decio Salvi
Casa di produzione Centroproduzione
Distribuzione in italiano Regionale (1961)
Fotografia Oberdan Troiani
Montaggio Franco Fraticelli
Effetti speciali Joseph Nathanson
Musiche Armando Trovajoli
Scenografia Giorgio Giovannini
Costumi Giovanna Natili
Trucco Romolo de Martino

Bella Cortez
Bella Cortez

Il cast

Gordon Mitchell: Obro
Bella Cortez: principessa Mecede
Roldano Lupi: re Yotar
Liana Orfei: regina Texen
Carlo Angeletti (“Marietto”): Elmos
Omero Gargano: primo ministro
Furio Meniconi: Egon
Mario Meniconi: padre di Obro
Carlo Tamberlani: padre di Yotar
Luigi Moneta: vecchio saggio
Ugo Sasso: capitano delle guardie nere
Renato Terra: giovane scienziato
Carlo Enrici: assistente dello scienzato
Leopoldo Savona: danzatore
Alberto Farnese: giovane musico

Locandina francese
Locandina francese

Un po’ di storia

Un vecchio saggio guida i suoi uomini verso l’inaccessibile Metropolis, regno del despota Yotar. Sopraffatto dalla fatica il vecchio muore e mentre i più decidono di tornare indietro, Obro con i suoi tre fratelli prosegue il cammino intenzionato a condurre a termine la missione a lui affidata: convincere Yotar a desistere dai folli esperimenti scientifici che sta effettuando. Giunti sul confine di Metropolis i quattro vengono avvistati dagli scienziati del re e cadono vittime delle “trappole magnetiche”. I vortici magnetici scarnificano tre fratelli ma nulla possono contro il possente fisico di Obro. Fatto prigioniero e condotto al cospetto del re, il giovane gli grida di cessare il cattivo uso che egli fa della scienza. Yotar, colpito dalla resistenza di Obro e già pensando di farne cavia per la creazione dell’uomo perfetto, ordina di sottoporlo ad una serie di prove che fiaccherebbero qualsiasi mortale. Indifferente alle avvisaglie di un imminente cataclisma predettogli dagli scienziati – se Metropolis governa la scienza può ben governare la natura, così egli crede – il tiranno fa proseguire gli studi per trapiantare il cervello del decrepito padre, artificialmente mantenuto in vita, nella testa del figlioletto Elmos: a lui sarebbe così garantita una esistenza eccezionale anche se priva delle gioie dell’infanzia. Il terrore ormai serpeggia nel palazzo: la regina, fallito ogni tentativo di salvare il bambino, si toglie la vita e la principessa Meseda fugge. Riesce a fuggire anche Obro, grazie all’aiuto di Egon – uno dei pochi che sanno ancora opporsi a Yotar – e, finalmente libero, può organizzare la rivolta all’interno di Metropolis. L’annunciato cataclisma chiude l’avventura di Yotar, colpevole di aver violato le leggi della natura e degli dei.

Analisi

L’azione si svolge nel 2000 a.C. e Metropolis, città depositaria di grande sapere ma corrotta dal suo governante, è parente stretta della mitica Atlantide.
Il gigante di Metropolis è una doppia allusione ai film Metropolis e al Colosso di New York (con il quale il gigante du Metropolis ha in comune anche lo spunto “fantachirurgico” iniziale) per un tentativo abbastanza originale, non solo all’epoca, di innestare nel peplum elementi fantascientifici. Purtroppo, però, il gioco è riuscito solo in parte e non è stato preso troppo seriosamente da pubblico e critici.
Le scenografie disegnano architetture futuribili con una predominante del motivo circolare: ovali sono gli ingressi nei quali si aprono automaticamente le porte al passaggio delle persone, gli schermi delle macchine che vegliano sulla inviolabilità dei confini, le aperture dalle quali entra la luce del giorno nei laboratori e anche gli accessi alle grotte che ospitano le cripte e i sotterranei della città.
Gli effetti speciali lasciano un po’ a desiderare, anche per l’peoca, in pratica riducendosi al vortice che atterra i quattro fratelli o al cono di luce colorata che tortura il possente Mitchell.
Il maremoto finale che sommerge Metropolis è veramente ben poca cosa: un montaggio di scene separate – inquadrature di un cielo notturno illuminato da lampi e di onde che si frangono sul bagnasciuga – intervallate da comparse che fanno del loro meglio per fingere di annegare tra i flutti.
Il makeup è tipico dei film pepum, anche se con spunti degli dei film dell’orrore dell’epoca, ad esempio, i corpi immobili dal viso cicatrizzato e imbiancato a significare la vita artificiale. C’è anch qualche caduta di tono, ad esempio il gigantesco avversario di Cameron Mitchell che sembra più un flaccido omaccione dal viso di bambino mascherato in occasione del carnevale che un terribile mostro, tanto che non farebbe paura a nessuno.
La danza rituale, che dovrebbe, almeno nelle intenzioni, raggiungere un effetto straniante, assomiglia più ad una pantomima senza senso.
I dialoghi, altisonanti e tragici, dovrebbero supportare i temi dell’etica scientifica e della riflessione sul potere, ma ciò non avviene perché, nella maggior parte dei casi, almeno, risultano vuoti e fasulli.
In sintesi, esperimento fallito.

Recensioni

“Unione tra peplum e fantascienza etica in cui a prevalere è quest’ultima: non solo per le suggestioni che il nome Metropolis crea, ma anche per la tracotanza prometeica della tecnica che ardisce a sfidare la Natura anelando all’immortalità. Il peplum lascia invece traccia nella figura dell’eroe Gordon Mitchell e nelle prove di forza e coraggio cui viene sottoposto e in qualche stacchetto di leggiadre danze. Enfatico nella recitazione, povero nei mezzi e nelle scenografie – anch’esse ibride tra i due generi -, esplode nel travolgente tsunami finale” [IlDavinotti online]

Voto

voto 2 di 5 (Noioso e poco credibile)

Gordon Mitchell e Bella Cortez
Gordon Mitchell e Bella Cortez

multimedia

Il trailer (in italiano con sottotitoli in francese)

Il film in italiano

Link esterni

La scheda di Il gigante di Metropolis (1961) da FantaFilm
La scheda di Il gigante di Metropolis (1961) da Wikipedia
La scheda di Il gigante di Metropolis (1961) da IMDB.com
La scheda di Il gigante di Metropolis (1961) da AllMovie
La scheda di Il gigante di Metropolis (1961) da ilDavinotti.com

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