La sched(in)a
titolo originale: the yesterday machine
lingua: inglese
Produzione: 1963 – USA, Carter Film Productions, col.,
durata 85 min.
Regia: Russ Marker
Sceneggiatura: Russ Marker
Music by Don Zimmers
Fotografia Ralph K. Johnson

Il cast
* Tim Holt : Police Lt. Partane
* James Britton : Jim Crandall
* Jack Herman : Professor Ernest Von Hauser
* Ann Pellegrino : Sandy De Mar
* Robert Bob Kelly : Detective Lasky
* Linda Jenkins : Margie De Mar
* Carol Gilley : Blonde Nurse
* Jay Ramsey : Howie Ellison
* Bill Thurman : Police detective
* Charles Young : Detective Wilson D. Blake
* Olga Powell : Didiyama
* Ramon Lence Legar : Ramon

Un po’ di storia
Una coppia di teenagers (un po’ stagionati, a dir il vero), a causa della rottura della loro automobile, si imbattono in uno strano evento mentre cercano aiuto per la loro auto in panne. Dopo aver camminato per ore 8a sentire la ragazza, almeno), intravedono un fuoco acceso ma si ritrovano sotto la minaccia di due loschi figuri armati e, nella fuga, la ragazza scompare mentre il ragazzo viene ferito alla schiena e soccorso da un passante. Ad indagare sula sparizione viene mandato il detective Partane. Nel frattempo, Jim Randall (alias James Britton) e la sorella della scomparsa, Sandy De Mar, usignolo del locale jazz club, ricostruendo la storia della scomparsa, finiscono nel disturbo temporale (time warp) e vengono portati nel laboratorio segreto del prof. Von Hauser, il quale spiega loro (per circa 20 minuti e con tanto di lavagna didattica e gesso) la realtà del viaggio del tempo e, da buon mad doctor, le ragioni della sua ricerca.
Il professor Ernest Von Hauser ha infatti inventato una macchina del tempo che può riportarlo nel passato. Ma Von Hauser è un nostalgico nazista ed il suo interesse a tornare indietro nel tempo consiste nel voler cambiare le sorti della guerra.
Mentre Hauser e Randall discutono, Sandi viene scortata nella cella della sorella da una guardia nazista e da una prigioniera egizia (di colore! sarà una “schiava nubiana”, come ne “La mummia”?). La prigioniera, però, aiuta a prezzo della vita la sorella bionda, Sandy, a fuggire e lei e Randall intervengono mentre il mad doctor sta tentando un esperimento sulla povera malcapitata majorette. Randall riesce a liberare la majorette e i tre fuggono da una galleria uscendo in un giardino. Qui incontrano un poliziotto di nome Partane che scende nel laboratorio e riesce a ferire gravemente lo scienziato pazzo il quale, mortalmente ferito, scompare con la macchina del tempo. Il poliziotto distrugge tutto e riemerge dal laboratorio in fiamme facendo una tirata finale sui limiti etici della scienza (mah!).

Analisi
Il film si apre con un virtuosismo, il primo piano del bastone della majorette che ruota. Ma è un fuoco di paglia, forse un modo per attirare teenagers a vedere questo film.
La trama è sufficientemente coerente, ma lo spiegone tecnico è lungo e prolisso, tipo lezione frontale di prof. con voce monocorde, mentre la tirata finale sui limiti della scienza e sulla sua etica appare forzata ed inutile: il mad doctor non era poi così matto, anzi aveva un’idea politica, anche se non condivisibile e non condivisa (almeno dallo scrivente) a cui asservire la scienza, quindi sarebbe stato il caso, invece, di analizzare piuttosto i limiti della scienza asservita al potere, ma Vita di Galileo è lontana anni luce da qui.

Voto
23 su 5 (risente e non poco del trascorrere del tempo, ma si può vedere, anche per la totale assenza di effetti speciali)

multimedia
Il film in inglese
Link esterni
Scheda di su ClassicSciFy Movies
Scheda di su Monstermoviemusic
Scheda di su IMDB. com
Scheda di su wikipedia (EN)
Scheda di su Jabootu.net