LEGGI/SALVA: iQuaderni dei Fumetti n. 01 ristampa 2021
INTRODUZIONE
di Raoul Elia
Presentare un articolo sul fumetto inteso non come nostalgia delle letture della propria infanzia o come celebrazione (ovvero denigrazione) di questo o quell’autore (ovvero personaggio, ovvero casa editrice, ovvero scuola ecc..) Non è affatto agevole perché comporta una attenta disamina della situazione per non cadere nei soliti luoghi comuni, soliti ma forse per questo ancor più insidiosi, dei fumetti come prodotti di serie B, destinati per lo più ai bambini (come se questi fossero minorati psichici o giù di lì).
Un articolo di critica sul fumetto? E che cos’è? O peggio ancora, a cosa serve?
Serve soprattutto a continuare sulla strada di un progressivo cambiamento nella percezione del fumetto e del mondo ad esso connesso. Continuare sulla linea di rottura con la tradizione avventurosa eroico-conservativa del fumetto tradizionale italiano portata avanti da disegnatori come Andrea Pazienza (grazie Paz), Filippo Scozzari ecc…, Da riviste come Frigidaire e Schizzo, da autori come Barberi, Cossato ecc… che hanno dimostrato come il fumetto abbia ormai acquisito uno status di vera e propria arte. In effetti, i nostri cugini d’Oltralpe hanno già da tempo abbandonato lo stereotipo del fumetto per l’infanzia e si sono addentrati nel fumetto d’autore, nello sperimentalismo grafico e narrativo, nei volumi a fumetti che rappresentano dei veri e propri capolavori. Anche gli States se ne sono accorti. O forse storie come quelle che appaiono sotto l’etichetta Vertigo (anche se non è più la vertigine di una volta), sotto quella Wildstorm (la serie di Authority, gli albi targati ABC di Alan Moore) della DC, sotto quella Max della Marvel (la recentissima serie di Spiderman) dimostrano una grande attenzione per un pubblico non più adolescenziale ma adulto eppure legato strettamente a questo medium che non accenna a perdere il suo fascino. E tutto questo mentre in Italia il mondo del fumetto ristagna attorno alle due roccaforti disneyane e bonelliane (nemmeno più tanto forti, come rocche) e a poco altro.
Diamo dunque una mano ad un momento di riflessione sulle potenzialità e sugli ulteriori sviluppi di questo medium. Accendiamo la riflessione critica e affiliamo gli strumenti critici necessari per analizzare con competenza e senza improvvisazione un medium unico nel suo genere e certamente il più “popolare” fra tutti i mass media.
Buona lettura.