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Le Religioni Cristiane di Vittorio Politano

Le origini e le caratteristiche delle Religioni cristiane.

      Costituire, tutte insieme, le membra di un unico corpo (1 Cor 12, 12-27), era la convinzione esistenziale delle comunità cristiane fin dalle origini. L’unità cristiana venne tuttavia, regolarmente messa in discussione e e quindi in crisi dal prepotente manifestarsi delle eresie. Gli eretici erano coloro che si ponevano coscientemente, per un motivo o per un altro, al di fuori della comunione cattolica. Per tutto questo, i diversi gruppi ereticali erano gli unici a differenziarsi con appellativi loro propri, molto spesso ricavati dal nome del loro fondatore: gli gnostici, gli ariani, i nestoriani ecc… E così nei secoli susseguenti, sorsero le diverse confessioni cristiane.


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“Occhi de Cavalera” di Angelo Di Lieto

Quando gli zingariti circuivano con la frase

Occhi de Cavalera…,

      Era un intercalare tipico delle zingare per adulare la persona verso la quale si rivolgeva, perché significava che se un uomo aveva occhi da “cavaliere”, in quel momento lo si faceva sentire nobile nell’animo, e come tale veniva spinto ad essere più generoso e caritatevole nei confronti dell’adulatrice.

     Poi, con la solita lamentosa tiritera, si avvicinavano per chiedere l’elemosina, e se davi loro qualche spicciolo, ti auguravano fortuna e felicità, ma se invece non assecondavi la loro richiesta, allora, per evitare effetti negativi, ti potevi salvare dagli improperi e dalle maledizioni solo con scongiuri e imprecazioni.


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L’APOTEOSI DEL MILITE IGNOTO

. . .  Il pensiero di tutti cominciava a riandare al Carso, al Piave, al Grappa, a quelle battaglie, a quella gloria. Molti ricominciavano a raccontare con fierezza quel che avevano fatto e patito; a ricordare i morti non solo con dolore ma anche con orgoglio. I vivi e i morti quasi tornarono a riconoscersi e a vivere insieme. I vivi riascoltarono le parole dei morti. E per onorarli tutti, andarono a prendere fra i monti, fra le zolle del Carso e del Piave impastate di sangue, le ossa di uno di quei morti, di uno dei tanti, quasi diventate terra.
Come si era chiamato in vita quel morto? In quale città d’Italia, in quale colonia d’America o d’Egitto o di Tunisia era nato? A quale arma aveva appartenuto? Era un umilissimo fante o un generale? In quale fatto d’arme era caduto? Nes­suno lo sapeva. Esso era un combattente senza nome, morto nella guerra. Era il Milite Ignoto.
(G. Volpe, La Storia degli Italiani e dell’Italia.)

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LO STRANO CASO DELLA (non) SIRENA MELUSINA di Raoul ELIA

Un’antica leggenda francese, legata alla
tradizione medievale del Poiteau ma non solo,
la leggenda di Melusina, segna un momento
di cerniera fra il meraviglioso classico e quello
medievale. Melusina, fata e sirena, creatura
bellissima e maledetta, ibrido ittiforme o
ofidoforme, si ritrova al crocevia di una serie
di elementi folklorici destinati a segnare
l’immaginario europeo successivo (si pensi, ad
esempio, alla Sirenetta di Andersen).

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L’ARTISTA – COSTRUTTORE  RODCENKO di Rosalba Russo

L’ARTISTA – COSTRUTTORE  RODCENKO

Noi eravamo per un mondo nuovo, il mondo dell’industria, della tecnica, della scienza. Eravamo degli inventori e cercavamo di rendere il mondo alla nostra maniera. Abbiamo creato un nuovo concetto del bello, abbiamo esteso i confini dell’arte”.

Dal 1916 importantissimo per Rodcenko è stato Tatlin, da cui apprese il rispetto per la vocazione, le cose, la materia, la vita.

Tatlin e i compagni di lotta di Rodcenko avevano dato corpo a composizioni rigorosamente strutturate, con piani cromatici tridimensionali in movimento e in costruzioni nuove, nel campo dell’architettura, dei manifesti, delle copertine dei libri. Rodcenko aveva sognato con loro Futuria, il paese bello e misterioso dell’avvenire, nel quale la vita si sarebbe svolta secondo le leggi della Bellezza e della Armonia.

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DILUVIO UNIVERSALE di Vittorio Politano

DILUVIO UNIVERSALE
Dietro il mito, l’arte, la storia e la tradizione biblica.

Uno dei più controversi «misteri mitologici» a livello globale, è il racconto di un diluvio che spazzò via la civiltà, al quale però l’uomo sopravvisse per volere del dio stesso, che questa «punizione» aveva inviato.
In alcuni racconti il diluvio è un evento locale, in altri un avvenimento a livello planetario; in altri racconti ancora, si afferma addirittura che gli stessi dei (o il dio stesso), aiutarono e sostennero l’uomo a ricreare la civiltà perduta, dopo il diluvio.
Quasi tutti i racconti si basano però su alcuni concetti chiave, risolutivi:
La tradizione biblica del diluvio universale ci parla della collera divina, originata dalla perversità e dalla cattiveria umana. Ci comunica della scelta di colpire la Terra con una inondazione devastatrice. Ci racconta dell’ordine dato a Noè, uomo pio, di costruire un’arca e di rifugiarvisi con la sua famiglia insieme ad esemplari di tutti gli animali. Noè realizzò una nave a tre piani, con dentro delle stanze riservate per sé e i suoi familiari, per gli animali e il cibo indispensabile alla conservazione e sopravvivenza di tutti.

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La Ciminiera n. 10 – Caterina Stillitano

In questo numero:

– Conosciamo Caterina STILLITANO
di Pasquale NATALI
– Luminosità e materia nelle opere dell’artista Caterina Stillitano
di Angelo DI LIETO
– Caterina Stillitano
di Vittorio POLITANO

  • Chlebnikov e la poesia visiva di Rosalba RUSSO
  • Barry Felle e i petroglifi di Atlantide di Raoul ELIA
  • Ottobre, il mese dei colori di Domenico CARUSO
  • La storia d’o morzèddu catanzarisa di Franco VALLONE

FATTI DI IERI O DI OGGI?
I “cacciatori di lardo”
Una simpatica canaglia: “Caio Memnio”

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S-confini: FRA DIAVOLO la biografia secondo Bruto Amante

FRA DIAVOLO e il suo tempo (1796-1806)

La storia del personaggio, popolarmente noto con il nome di “Fra Diavolo” proposta nella Rivista Popolare Illustrata “Il Secolo XX” nel 1904 ci riporta ad una pagina drammatica delle vicende turbolente,
che investirono il Regno di Napoli e di Sicilia nel 1799 ed il decennio (1806-1812) che registrò l’insediamento del governo francese d’occupazione militare del mezzogiorno.
La vita di Fra Diavolo evoca, perciò, un periodo particolarmente deleterio segnato da una feroce e sanguinaria guerra civile tra le opposte fazioni filo borboniche e filo francesi, foriera di desolazione e morte in tutti i paesi del meridione d’Italia e specialmente della Calabria. ……

Antonella LAMAZZA

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La donna della Roma Antica di Raoul ELIA

Questo scritto si propone il compito, assai ingrato, di provare a definire qualche schema di approccio per un’analisi del tema della donna romana nell’antichità. Il compito non è certo agevole e per più motivi.
Innanzitutto, perché i dati a disposizione sono molto limitati.
Come scrive Pricoco, “la cultura grecoromana non si era interrogata troppo spesso sui temi della sessualità, aveva fatto del matrimonio un tema diatribico, ponendo il quesito della sua convenienza per il sapiente, aveva lasciato gli argomenti più tecnici ai medici (si pensi, in età imperiale, a Galeno e Oribasio)” [Pricoco 1998, p. 9.]. Dunque, a parte il dibattito sul matrimonio e la tradizionale misoginia romana, nell’antichità si è prodotto (o almeno è giunto fino a noi) poco altro. E questo poco è abbastanza incanalato, sia per destinatari che per referenza di genere (maschile o femminile, insomma)

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Monografia 14_2023 – Il Parco Nazionale di Calabria nell’essenza di una lezione frontale di Mario DOTTORE

Una idea progettuale degli anni 20 del XX secolo

Attualmente nel complesso, la superficie forestale italiana considerando le aree sottoposte a controllo diretto da parte
dell’Amministrazione dello Stato (Parchi,Riserve, Rete Natura 2000) ascende al 35% circa del totale.
Per quanto riguarda il possesso della proprietà boschiva nella nostra penisola, si rileva che la maggior parte dei boschi è detenuta da soggetti privati per circa il 66,2%.
In tale contesto, oggidì, la regione Calabria con il suo 44% di boschi si colloca tra le regioni d’Italia più importanti per possesso di patrimonio forestale.
Questo fondamentale e ricco patrimonio boschivo del Bruttium serve a spiegare, fra l’altro,il costante interesse storico riservato da tutti i governi fin dal più lontano passato, a fronte, comunque, di peculiari prerogative di varia natura che hanno da sempre contraddistinto la realtà forestale della nostra regione.


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