“Il mondo dell’Arte nasconde molti segreti. Alcuni sono stati oggetto di interpretazione e sono famosi, anche perché impreziositi da film, serie TV e fumetti a loro dedicati (basta pensare alle opere di Leonardo, omaggiate ne “Il codice Da Vinci” di Dan Brown, best-seller che ha letteralmente generato un sottogenere dell’avventura). Altri, meno fortunati perché non giunti al grande pubblico, sono altrettanto interessanti e permettono di gettare uno sguardo su argomenti, temi e situazioni poco conosciute.
È questo il caso dei ritratti di San Cristofaro cinocefalo.”
– Daniele SCARFONE di Lino Natali
– iPad pro con Daniele Scarfone di Maurizio Natali
– Lo spillone
– Gesù era un giramondo? di Raoul Elia
– ARMADEL Quarto episodio
– Martino, il santo della carità di Domenico Caruso
– Jeu sugnu ‘i San Martinu di Domenico Caruso
– Coltivare la creatività. Terza parte di Milena Manili
– I suoni dell’arte rupestre di Daniele Mancini
– Correggere i colori di un video HDR di Saggiamente
– C’erano una volta i bambini di Alessandro Grammaroli
Ormai da qualche decennio a questa parte assistiamo ad un rinnovato interesse per la riscoperta delle nostre tradizioni popolari, nuove discipline come l’etnomusicologia mirano ad uno studio sistematico del repertorio musicale legato all’ambiente contadino.
È sopratutto da parte della nuova generazione che assistiamo all’interesse per questo tipo di ricerca, una nuova generazione, che, consapevole dell’importanza di mantenere in vita le proprie tradizioni ha compreso che soltanto il recupero di tecniche vocali e strumentali potrà consentire di non perdere questo immenso patrimonio, di non perdere le nostre radici.
Il Centro Studi Bruttium e tutti i componenti della redazione “La Ciminiera. Ieri,oggi e domani”, interpretando e materializzando i pensieri ed i sentimenti di amici, stimatori ed ammiratori di Domenico Caruso, hanno inteso esternare, con questo volume, la loro stima ed affetto a un uomo di grande cultura e di grande umanità.
Il contenuto di “pensieri e parole” non scaturisce, nè è dettato da formali quanto vuote e retoriche affermazioni, bensì da genuini moti d’animo e di cuore, come vive espressioni di quelle concezioni della vita e dell’uomo proprie di “liberi pensatori”, non animati da preconcetti nè preoccupati di perdere le oramai proverbiali “poltrone di comando”.
Nella Vita Pubblica e privata Domenico Caruso, intellettuale e padre di famiglia rappresenta certamente un sicuro “Punto di Riferimento”, per aver dimostrato come queste due realtà possono interagire ed amalgamarsi quando sono fondati su autentici sentimenti e valori.
Riteniamo che per Domenico Caruso, per il suo manifesto contegno e la naturale dignità nella vita pubblica e privata, possa fisiologicamente aderire perfettamente un pensiero significativo del grande statista italiano Alcide De Gasperi, peraltro morto in “odore di Santità”.
“Sono un uomo che ha l’ambizione di essere onesto. Quel poco d’intelligenza che ho la metto al servizio della verità, la quale si trova sepolta molte volte sotto strati difficilmente penetrabili ma esiste. Io mi sento un cercatore, un uomo che va a scovare e cercare i filoni della verità della quale abbiamo bisogno come l’acqua sorgente e viva delle fonti. Non voglio essere altro….. uomo di buona volontà che cerca la verità“.
Pertanto abbiamo inteso dare un meritato e dovuto risalto alla figura e personalità di Domenico Caruso non solo come uomo di talento in campo filologico, storico, linguistico e letterario ma anche nei suoi intimi affetti famigliari, che contraddistinguono i suoi peculiari tratti caratteriali.
Tratti caratteriali che portano a riconoscere in questa bella personalità del mondo della cultura in terra di Calabria, i modi comportamentali di un autentico “Gentiluomo d’altri tempi”, portatore di un sano “Modello di Vita” e di quella proverbiale “Garbatezza“ propria dell’ancestrale cultura di un popolo, quello calabrese, in larghissima misura all’attualità “assopita” direbbe la scrittrice-poetessa Angela Caccia da Cutro.
L’emerito studioso di S. Martino di Taurianova (Rc) Domenico Caruso, affascina, in tale modo, come scrittore e storico elevatissimo che, pur tuttavia, nello stesso tempo, diventa o può divenire un grande e passionale “romantico” capace ancora, ad un chiaro di luna tutto mediterraneo, di cantare da sotto un balcone, alla stregua di un menestrello medioevale, una melodica serenata alla sua amatissima consorte, la gentildonna sig.ra Antonietta.
Cogliendo anche questo bellissimo aspetto di una intensa, salda e felice unione coniugale, il Centro Studi Bruttium vuole ricordare e proporre anche culturalmente ai lettori i ben 60 anni di matrimonio del Nostro stimato Professore con la signora Antonietta, evidenziando ancora come la vita di Domenico Caruso ha avuto il suo baricentro o punto focale in un fortissimo legame sentimentale e famigliare, quasi “linfa” vitale e motore propulsore d’incentivazione e stimolo allo sviluppo creativo.
Di fronte il triste e generalizzato scenario di una “Moda Ginecida” divenuta sorta di “Jus consuetudinario”, il suggestivo e duraturo “sogno d’amore” di Domenico ed Antonietta, sia permesso la famigliarità dei nomi, coronato nel 1963, ci induce ad interrogarci in una doverosa pausa critica di riflessione, circa il dilagare di una violenza brutale, così come la consegnano giornalmente le tante vicende che rimandano ai secoli bui di un lontano “Feudalesimo” e che, purtroppo, hanno interessato anche nostre realtà paesane
Da parte nostra, facendo proprie alcune spontanee proposizioni scritte, agli inizi del sec.XX in una similare circostanza, dallo scrittore bovalinese Francesco Perri esprimiamo di vero cuore ai coniugi Caruso le nostre più vive felicitazioni per un matrimonio quale “unione di due vite che si concludono come una splendida giornata di sole, con un sereno e luminoso tramonto” ad esempio concreto di quella rara quanto magica alchimia delle due persone in una.
– Lino Natali incontra Francesco MINUTI
– Francesco Minuti e l’arte differenziata di Angelo DI LIETO
– Il mondo fantastico di Francesco Minuti di Vittorio POLITANO
– La firma degli analfabeti – Lo spillone
– ARMADEL n. 1 – Terzo episodio
– L’editto di Saint Cloud di Alessandro GRAMMAROLI
– La scoperta dell’Ossidrogeno di Raoul ELIA
– L’evoluzione umana è imperfetta ma “creativa” di Milena MANILI
– Nuovi studi e notizie sul vino di terra italica di Daniele MANCINI
– La sedia dell’amore di Edoardo VII – Lo spillone
La figura di Gioacchino, si proietta al di là dei limiti angusti del suo tempo, per lanciare anche oggi messaggi di particolare rilevanza.
La necessità di rifiutare ogni sopruso, prepotenza, violenza in una società contemporanea, sempre più protesa verso il conseguimento di beni materiali, configura di fatto, un quadro sociale e religioso simile alla Babilonia gioachimita.
Quindi, l’aspirazione di molti uomini di buona volontà per l’avvento di quella Gerusalemme Celeste, che nella speranza inaugurerà un’era di pace e giustizia rimane ancora pulsante ed attuale.
Pertanto, la missione di Gioacchino, non è solo di natura teologica ma anche umana e sociale.
Gioacchino da Fiore precursore della moderna “insiemistica”?
Una tesi quanto mai suggestiva e ricca di sviluppi futuri .
Con questa pubblicazione siamo partecipi ad un originale ed organico percorso culturale di “respiro” europeo che presuppone e propone, volutamente, verifiche in funzione di una più “indirizzata” analisi dei testi gioachimiti e le loro figurazioni, da parte di esperti matematici e studiosi della specifica discipliplina.
Come emerge dalla lettura coinvolgente e convincente del testo, se la tesi sostenuta dall’autore, su preliminari constatazioni visive logiche e di raffonto scientifico con alcuni testi giocamiti, avesse una ulteriore conferma, la lancetta del fatidico “orologio” della storia dovrebbe essere spostata di molto all’indietro nel tempo. La terra di Calabria, oggettivamente, risulterebbe infatti antesignana, tramite il pensiero e l’opera di Giocchino da Fiore, di modernissime conoscenze scientifiche, acquisite in matematica solo tra il XVIII ed il XIX secolo .
Tutto ciò, comunque, non costituirebbe certamente un fatto eccezionale, considerando a titolo esemplificativo che fu proprio un calabrese Luigi Lilio a divenire “signore” ed “ordinatore” del tempo.
Si può di rincalzo fare riferimento anche alla “eccelsa mente” poliedrica di un Rutilio Benincasa, ancora non del tutto “scandagliata” e valorizzata nella sua reale portata culturale e singolarità scientifica preminente sottraendola, finalmente, dalla ristrettiva ed inappropriata “veste” magica che l’avvolge..
Antonella LAMAZZA – Resp. Prov. alla Cultura
sez. C.S.B. di Crotone
L’indagine storica generale per inquadrare l’antica vitivinicoltura connessa alla produzione del vino Cirò nella sua tradizionale zona d’origine, si è articolata in due tipi, fondamentali, di rilevamento: a) archiviale per poter raccogliere notizie e documenti sull’argomento; b) di campagna, con ricognizioni sul terreno allo scopo di identificare materialmente i manufatti destinati alla lavorazione delle uve ed i fabbricati rurali dotati di antichi palmenti.
Si è proceduto, successivamente, al loro censimento nonché ad estendere i rilievi anche alle caratteristiche geopedoclimatiche dei luoghi, in rapporto alla documentazione storica disponibile e consultata.
La metodologia e la strumentazione adottate hanno permesso, in modo razionale e lineare, di stabilire ed evidenziare le principali località e contrade viticole del passato, dove a conferma delle fonti storiche prese “come guida”, è stata riscontrata la presenza di palmenti, pur con significative differenze nella densità distributiva territoriale.
I Palmenti costituenti l’oggetto principale della ricerca sono stati inseriti nel contesto più generale delle vicende della vitivinicoltura locale antica, verso la quale sono stati indirizzati complementari indagini e studi.
La presente pubblicazione fa parte integrante della collana editoriale dedicata alla Storia e Cultura vitivinicola in terra di Calabria.
Finora sono stati realizzati i lavori riportati nell’immagine sottostante che potere consultare, sempre gratuitamente, sui social associativi e/o sul www.ilcirotano.it sezione Cultura.
L’indagine storica generale per inquadrare l’antica vitivinicoltura connessa alla produzione del vino Cirò nella sua tradizionale zona d’origine, si è articolata in due tipi, fondamentali, di rilevamento:
a) archiviale per poter raccogliere notizie e documenti sull’argomento;
b) di campagna, con ricognizioni sul terreno allo scopo di identificare materialmente i manufatti destinati alla lavorazione delle uve ed i fabbricati rurali dotati di antichi palmenti.
Si è proceduto, successivamente, al loro censimento nonché ad estendere i rilievi anche alle caratteristiche geopedoclimatiche dei luoghi, in rapporto alla documentazione storica disponibile e consultata.
La metodologia e la strumentazione adottate hanno permesso, in modo razionale e lineare, di stabilire ed evidenziare le principali località e contrade viticole del passato, dove a conferma delle fonti storiche prese “ come guida”, è stata riscontrata la presenza di palmenti, pur con significative differenze nella densità distributiva territoriale.
I Palmenti costituenti l’oggetto principale della ricerca sono stati inseriti nel contesto più generale delle vicende della vitivinicoltura locale antica, verso la quale sono stati indirizzati complementari indagini e studi.
CONTRIBUTO CULTURALE DEL CENTRO STUDI BRUTTIUM E DELLA REDAZIONE GIORNALISTICA ” IL CIROTANO”.
La presente Monografia edita dal Centro Studi Bruttium, scritta dal dott. Mario Dottore della Sede Provinciale del C.S.B. di Cirò Marina-Crotone, intende essere un contributo culturale, in occasione della Giornata Mondiale F.A.O. del 16 Ottobre c.m. ed è raccomandata alla popolazione scolastica.
La F.A.O., appunto, è l’Organizzazione Mondiale istituita per combattere il fenomeno della fame nel mondo promuovendo sviluppi economici ecosostenibili .
La pubblicazione del C.S.B. così presentata vuole esprimere, pertanto, un meritato riconoscimento per la nobile missione ormai storica svolta dall’Organizzazione stessa in seno alle tante realtà nazionali in cui opera.
Un percorso culturale interdisciplinare, onde mettere in risalto ed i lettori ci si augura ne comprendano le profonde motivazioni e finalità, come da un semplice ed ” umile” tubero, il noto “pomo di terra”, sia scaturita, inaspettatamente, una “potente” fonte alimentare per tanti popoli europei ed extraeuropei, nei secoli passati, afflitti dal flagello della fame che, purtroppo, perdura ancora in tante regioni del mondo.
Per la Calabria, poi, l’introduzione della coltivazione della patata, senza dubbio alcuno, rappresentò una svolta epocale, per un insieme d’effetti e di importanti ricadute d’ordine sociale oltre che economico, come si potrà evincere dalla lettura attenta della pubblicazione presentata.
Ovviamente, anche questa “Monografia” potrà essere scaricata gratuitamente dal sito associativo (www.centrostudibruttium.org), dalle pagine di facebook della “La Ciminiera ieri, oggi e domani”o richiesto alla redazione, o, sempre gratuitamente, scaricato dal giornale On Line “il Cirotano”.
Ogni gioco con le carte napoletane o francesi, solitario, scopa, burraco, diventa un incontro-sfida che necessariamente deve avere un vincitore. I vari simboli, colori, numeri si uniscono in un momento magico di intuizioni, quasi una comunione con qualcosa di soprannaturale che unisce tutta l’alchimia del gioco e lo trasforma in una sfida all’ultima carta.
Ma quanti di noi nel rigirare tra le mani quei piccoli pezzi di carta stampati pensa che quei simboli hanno una età millenaria?
Quanti di noi si sono chiesti “cosa rappresentino le carte” e hanno iniziato qualche piccola ricerca per capirne il mistero?
Questa Monografia vuole darvi queste prime informazioni con il piacere di pensare che in futuro la vista di una figura o un seme disegnato su un piccolo foglio di cartoncino plastificato vi darà non solo il piacere del gioco ma anche il piacere del “sapere”.