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L’APOTEOSI DEL MILITE IGNOTO

. . .  Il pensiero di tutti cominciava a riandare al Carso, al Piave, al Grappa, a quelle battaglie, a quella gloria. Molti ricominciavano a raccontare con fierezza quel che avevano fatto e patito; a ricordare i morti non solo con dolore ma anche con orgoglio. I vivi e i morti quasi tornarono a riconoscersi e a vivere insieme. I vivi riascoltarono le parole dei morti. E per onorarli tutti, andarono a prendere fra i monti, fra le zolle del Carso e del Piave impastate di sangue, le ossa di uno di quei morti, di uno dei tanti, quasi diventate terra.
Come si era chiamato in vita quel morto? In quale città d’Italia, in quale colonia d’America o d’Egitto o di Tunisia era nato? A quale arma aveva appartenuto? Era un umilissimo fante o un generale? In quale fatto d’arme era caduto? Nes­suno lo sapeva. Esso era un combattente senza nome, morto nella guerra. Era il Milite Ignoto.
(G. Volpe, La Storia degli Italiani e dell’Italia.)

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GIOVEDÌ GNOCCHI E SABATO TRIPPA. MA A NATALE?

GIOVEDÌ GNOCCHI.

Niente da dire circa quello che sembrerebbe proprio un assunto della tradizione romana. Anche il resto della frase, avvolto da un’aura di mistica sacralità, ha un tono quasi profetico: venerdì pesce, sabato trippa! Con questo elenco di calorie il finale suona come una minaccia, eppure quanta magia che se ne sta racchiusa in così poche parole dal gusto semplice e popolare; non sembra anche a voi di vederlo? Se ne sta lì, tutto salato, salato in ammollo con i ceci, il nostro baccalà ed il profumo… Sì, questo odore di menta che ribolle nel sugo della trippa, non solletica anche il vostro naso?

Per qualche strana alchimia, le tradizioni sembrano essere in grado di stimolare i nostri sensi e questo si verifica davvero con poche cose, come per esempio con le foto. Ma non c’è da stupirsi: entrambi ci connettono ad un passato che è fatto di piccole storie, un passato che è la storia. Perché, non dimentichiamolo mai: la cultura alimentare di un popolo è lo specchio della sua evoluzione! Detto ciò, sorge spontaneo chiedersi quali retroscena si celassero dietro questo strano calendario gastronomico del fine settimana; le risposte sono assolutamente intuibili e, come anticipato, sono strettamente connesse al contesto storico e sociale dei luoghi.

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