Raspberry pi puntata 15: costruire un web server parte 2

Bene, nella puntata precedente abbiamo installato un web server e lo abbiamo provato.
E ora che si fa? Si costruisce un sito di prova
Se tutto è andato bene nella puntata precedente, ora abbiamo il nostro web server personale per testare un sito in locale. Ma la pagina che ci appare su localhost non è particolarmente significativa. Evitando, per il momento, di installare un sms (vedremo in seguito di cosa si tratta) o una soluzione più complessa, proviamo ad inserire delle pagina web da visualizzare nel browser al post della pagina standard che abbiamo già visto.

Permesso? Avanti

Le pagine web sono ospitate su nginx in questa cartella:

/usr/share/nginx/www.

Se navigate con il file manager, troverete due file con estensione html. Sono due pagine web di prova.

Ma attenzione, il server non vi farà modificare nulla, per via dei permessi che, per definizione, sono proprietà del super-amministratore.

Per modificare i permessi in modo da ottenere il permesso di modificare i file contenuti nella cartella.

Posizionati nella cartella indicata sopra con il file manager del raspi, nel menu a tendina selezionate tools poi open current folder in terminal. Aprirete il terminale direttamente nella cartella che vi interessa.

Ora digitate il seguente comando

sudo chmod a+w index.html

dove, come ovviamente ricorderete, sudo serve per avere i privilegi di super-amministratore, chmod modifica i permessi (a+w per accedere in modalità scrittura, quindi per modificare il file di testo) poi il nome della pagina web da modificare.

Qualche appunto per una pagina web

Aprendo la pagina index.html troverete qualcosa tipo questo messaggio:

Welcome to nginx!

 

Ma, se parte la pagina con un editor di testo, come ad esempio, su Windows notepad o similari, troverete che nel file invece è scritto questo:

<center><h1>Welcome to nginx!</h1></center>

Cosa significa? Perché quelle strane virgole?
Una pagina web è composta da alcuni elementi di testo e alcuni indicatori di ruolo, detti tag, che sono racchiusi fra < > .

I tag servono infatti come indicatore per il browser nel momento in cui va a “costruire” la pagina che noi mortali vedremo.
Tipicamente, per usare un modo di dire dei programmatori (gli stessi di Pippo, Pluto e Topolino, si), una pagina web è costituita così nella sua struttura base:

<html>

<head>

Contenuti che non compaiono nel browser, come il nome della pagina, le parole per l’indicizzazione sui motori di ricerca, gli script ecc…)

</head>

<body>

Contenuti che invece vengono riprodotti sulla pagina.

</body>

</html>

Provate  a inserire dei contenuti, tenendo presente che

per inserire video o audio occorre inserire i tag <video src=”indirizzo”> e <audio=”indirizzo”>

per inserire le immagini occorre usare il tag <img src=”Indirizzo da inserire”>

per inserire un link occorre usare il tag <a href=”Indirizzo da inserire”> PAROLA </a>.

Quando avrete finito, salvate il file poi lanciatelo.
Se tutto è andato bene, vedrete le vostre modifiche comparire nella pagina.

Un sito web 2.0

Quello che abbiamo creato è un sito di una sola pagina statico.
Ma il web 2.0 consente di costruire siti dinamici, cioè che rispondono alle esigenze di differenti device adattandosi nella forma, rispondendo alle richieste del client e generando pagine create dinamicamente per l’occasione.
Ma, per farlo, occorre usare un linguaggio differente dall’HTML che si chiama PHP.
Ora, l’ nginx web server permette di usare PHP, ma non lo installa in automatico. Dunque, prima di utilizzarlo, occorre installarlo.
Per farlo, aprire il terminale e digitare il comando
sudo apt-get install php5-fpm

Poi premere Invio.
Ci verrà richiesta conferma dell’azione, “Type Y or N”, dove Y è per confermare (Y=Yes, cioè Si) e N per negare (N=No). Digitare Y e poi confermare con Invio.
Il comando apt-get installerà php per voi sul raspi.

 

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